CAMPI BISENZIO – Il faccia a faccia è andato avanti per dieci ore. Da una parte sindacati, Regione e il sottosegretario al lavoro Fausta Bergamotto, dall’altra Salvatore Sarcone, liquidatore dell’ex Gkn.

Un piccolo spiraglio si sarebbe aperto sul ritiro della procedura di liquidazione, mentre giorni lo stesso era sembrato irremovibile. Il nodo è legato sia agli stipendi, che mancano da cinque mesi, e soprattutto al rilancio dello stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze), oggi sotto l’insegna QF.

A sentire però le rappresentative sindacali non ci sarebbero stati grandi passi in avanti. “Ancora un nulla di fatto, – spiegano dalla Rsu – a partire da quella che non dovrebbe essere una richiesta ma un fatto acquisito: QF deve pagare gli stipendi. Non come pre-requisito per avviare una trattativa, ma perché lo prevede la legge per chiunque abbia un contratto di lavoro, che l’impresa sia in liquidazione o meno, che sia stata concessa o no la cassa integrazione. Così è stato per Melrose, che infatti ha pagato gli stipendi pur essendo in liquidazione, così deve essere per QF e per chiunque altro”.

Solo l’inizio di un attacco senza fronzoli: “La gestione Borgomeo, con la corresponsabilità di tutti coloro che potevano impedirlo, ha bruciato 90 posti di lavoro in un anno. La verità è che noi siamo tutti licenziati di fatto. Anzi, peggio, siamo ostaggi di un assedio violento fatto di non pagamento degli stipendi, dell’azzeramento dei diritti contrattuali e praticamente della disdetta di 60 anni di diritti tramandati dalla Fiat di Novoli a Gkn, oltre a una continua tortura psicologica fatta di rinvii senza senso”.

E ancora: “Dal 20 dicembre, giorno della presentazione dei nostri piani industriali, Borgomeo è riuscito a tirare a campare o meglio a farci morire fino a marzo. Chi sta ai tavoli evidentemente non ha limite alla pazienza ma ha pazienza a ogni limite. E così, di incontro in incontro, di nulla in nulla, si fa esattamente il gioco dei licenziamenti”.