E’ il morbillivirus  la causa della morte dei delfini sulle coste tirreniche. Ad annunciarlo è l’Osservatorio dei cetacei seppur in un «complesso quadro di patogeni. Il fattore che sembra avere avuto il ruolo più rilevante sarebbe il morbillivirus».

Gli spiaggiamenti Da gennaio a marzo lungo tutta la costa tirrenica sono stati 131 gli spiaggiamenti, di cui 31 nel Lazio, 29 in Toscana, 20 in Sicilia, 20 in Calabria, 13 in Campania, 14 in Sardegna, e qualcuno isolato in Puglia, Basilicata, Marche e Molise. I risultati delle analisi incrociate sulle carcasse di alcuni esemplari eseguite in Toscana dagli istituti zooprofilattici competenti come quello di Pisa, dalle Università di Siena e Padova e da Arpat «hanno messo in evidenza una situazione non semplice da interpretare – spiegano gli studiosi –  e la causa del morbillivirus sarebbe legata anche all'età giovane degli animali morti. Questo, senza escludere il ruolo che potrebbero avere avuto altri fattori patogeni o altri fattori che avrebbero predisposto gli animali ad ammalarsi agendo sul loro sistema immunitario. Sono da escludere episodi di ''tossicità acuta dovuta a incidenti di origine antropica, perché eventi simili avrebbero visto il coinvolgimento di più specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle, contemporaneamente e con tempi ridotti. Per arrivare a un'ipotesi piu' certa saranno comunque necessari ulteriori approfondimenti».

Il virus «Il morbillivirus – ha spiegato Sandro Mazzariol del dipartimento Bca dell'Università di Padova e coordinatore del Cert, la task force incaricata dal ministero dell'Ambiente di studiare spiaggiamenti anomali – è stato già responsabile di una grande epidemia nel Mediterraneo agli inizi degli anni '90 e si è ripresentato più volte negli ultimi anni, specie nel Mediterraneo occidentale, lungo le coste spagnole, con un andamento simile a quello che stiamo osservando nell'attuale episodio. Ne è testimonianza la balenottera spiaggiata a S.Rossore nel 2011 che era morta per lo stesso motivo, il che dimostra che questo caso di morti non è nuovo nelle nostre acque».