Un milione e mezzo di euro in meno al giorno. E’ il taglio dei trasferimenti statali che dovrà affrontare la Toscana nel 2013. 550 milioni di tagli rispetto al 2010 su un bilancio da 9 miliardi Così, esclusa la sanità e con un patto di stabilità sempre più fatto più aspro, rimangono da spendere 1 miliardo e 650 milioni. Un anno fa erano 2 miliardi e 300 milioni. Sono i dati emersi questa mattina in giunta regionale, durante la quale è stato comunicato anche il risparmio di 44 milioni nel bilancio 2013, di cui 7 sul funzionamento di agenzie ed enti dipendenti. E quasi altri 6 milioni spostati da un capitolo ad un altro, con un saldo positivo di oltre due milioni per scuola e servizi all'infanzia. Risparmi che si aggiungono agli oltre 80 già limati dal 2010.

Le rinunce «Abbiamo dovuto raschiare il cosiddetto barile – sottolinea il presidente Enrico Rossi -, perché la Toscana non è mai stata una Regione spendacciona. E' sempre stata virtuosa nell'amministrare le proprie risorse. L'Oscar al bilancio ricevuto di recente lo testimonia. E non c'erano dunque grandi sacche di grasso da tagliare o inefficienza da correggere». Considerati i tagli dallo Stato «abbiamo deciso di fare seriamente la nostra parte. In qualche caso abbiamo dovuto fare delle scelte e rinunciare a qualcosa: abbiamo ridotto le spese adesso meno utili, che in altri momenti ci saremmo potuti permettere e a cui ora abbiamo scelto di rinunciare prima di chiudere una classe di scuola materna, magari di quelle che garantiamo al posto dello Stato perché il Ministero non ha fondi per nuovi insegnanti, oppure prima di ridurre l'assistenza agli anziani non autosufficienti, gli aiuti ai malati di Sla o dimezzare il trasporto pubblico, prima rinunciare al progetto GiovaniSi' e al sostegno ai giovani o alle garanzie per far accedere ai prestiti in banca anche a chi la banca non darebbe fiducia».

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