All’indomani dei risultati elettorali delle primarie del centrosinistra (leggi) interviene sul verdetto delle urne anche il candidato a sindaco di Siena Franco Ceccuzzi. Dopo aver dichiarato pubblicamente il suo voto per Pier Luigi Bersanisenza tuttavia disprezzare la figura e il contributo politico di Matteo Renzi, l’ex sindaco della città del Palio esalta «quella voglia di rinnovamento e di novità che soffia forte nel Pd e in Italia».
Una lunga e appassionante avventura «Entusiasmo e partecipazione. In queste due semplici parole è racchiusa la lunga e appassionante avventura della primarie. Dal ballottaggio escono due protagonisti: Pierluigi Bersani, candidato premier, rafforzato da un grande consenso popolare e Matteo Renzi, al quale va il merito di aver combattuto una battaglia coraggiosa e leale, incarnando quella voglia di rinnovamento e di novità che soffia forte nel Pd e in Italia.
Il contributo del rottamatore «Renzi ha dato un contributo importanteper fare del Pd un partito più moderno ed aperto. L’entusiasmo e le energie che si sono liberate, grazie a lui, saranno determinanti per vincere le politiche del 2013 e far tornare il centrosinistra alla guida del Paese. Bersani, accettando la sfida lanciata da Renzi, è riuscito a non cedere a chi, anche all’interno del partito, avrebbe voluto evitare il confronto. Bersani ha dimostrato di aver ragione, ottenendo un risultato che, oggi, lo rende il leader del centrosinistra e fa “volare” il Pd a oltre il 30 per cento dei consensi. Un risultato straordinario che, per essere mantenuto, avrà bisogno di decisioni coraggiose e innovative sul fronte del rinnovamento»
Un nuovo Pd su cui scommettere «I milioni di italiani che sono tornati a votarehanno dimostrato che, ancora oggi, c’è chi ha voglia di partecipare e di far valere la propria opinione. E’ un bene per la nostra democrazia. E’ un bene per l’Italia. Da ieri è nato un nuovo centrosinistra e un nuovo Pd come speranza per gli italiani che vogliono scommettere sul futuro del loro Paese».
A Siena archiviato il Pd della fusione a freddo «Grazie a Bersani e a Renzi niente sarà più come prima: nella politica italiana e in quella senese. Il voto delle primarie a Siena fa nascere un nuovo Pd e archivia quello “della fusione a freddo” del 2007, la cui natura subì forti condizionamenti dall’esigenza di stabilità nel Comune e dalle resistenze che ne ritardarono la costituzione. Ora, grazie al messaggio di critica e di speranza arrivato da migliaia di senesi, abbiamo il dovere di lavorare per costruire un Pd più aperto, pluralista nelle culture, e non negli interessi, e vero strumento di partecipazione e inclusione. Un passaggio che ritengo sia oggi condiviso dalla più larga parte degli elettori di Renzi e di Bersani e che è un’evoluzione naturale della linea della discontinuità. Per questo è importante che le forze che si battono per il rinnovamento e per superare le logiche di gruppo possano unire le loro energie per la città. Sono grato a Matteo Renzi per l'attenzione positiva che ha sempre dedicato a Siena: prima come sindaco di Firenze con le dichiarazioni a tutela del Palio, poi con l'adesione di Firenze al percorso di candidatura di “Siena capitale europea della cultura” e infine come candidato alle primarie, con il suo intervento alla Fortezza Medicea e soprattutto, nei giorni scorsi, quando al Palaestra, ha usato parole di grande speranza e di ottimismo per Siena, senza omettere gli errori del passato. Sono sempre stato convinto che Renzi avrebbe allargato il consenso del Pd in Italia e in Toscana. Oggi nella nostra Regione possiamo così contare su due grandi personalità: Enrico Rossi e il sindaco di Firenze. Se con Pierluigi Bersani il centrosinistra vincerà le politiche, inoltre, Siena potrà contare su un governo amico al quale chiederemo un accordo su quattro temi che ci stanno a cuore: la sfida per ‘Siena capitale della Cultura europea’ con il Santa Maria della Scala; il mantenimento del capoluogo; il recupero delle antiche mura e delle Caserme Bandini e Santa Chiara, per avviare un progetto di recupero edilizio a consumo zero di territorio. C’è ancora tanto lavoro da fare per rinnovare e innovare il Pd e noi stessi. Da oggi lo faremo con la forza dei quasi 39 mila senesi che ci chiedono di non tornare indietro».