carabinieri_500.jpgUn tentativo di rapina alla sala Bingo di Navacchio (Pisa) è finito nel sangue culminando con un conflitto a fuoco tra una guardia giurata e il rapinatore che è rimasto ucciso. E’ accaduto intorno alle 4.30, indagano i Carabinieri. Secondo quanto si è appreso, la vittima è un’altra guardia giurata, in congedo parentale, che avrebbe provato a eludere la sorveglianza del collega e a impossessarsi dell’incasso della serata.

facciata
L’ingresso della Sala Bingo

Il rapinatore è riuscito a fuggire, il suo corpo trovato un’ora dopo Il rapinatore ucciso aveva 46 anni ed era un collega della guardia giurata che gli ha sparato, entrambi lavoravano per la stessa società, ma non era in servizio da circa un anno, per un congedo parentale.  Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la notte scorsa l’uomo avrebbe atteso che la guardia giurata ritirasse l’incasso della sala bingo e salisse in auto. A quel punto gli si è parato davanti, puntandogli una pistola. In testa aveva un casco integrale. Il vigilante avrebbe reagito sparando due colpi e ferendo il malvivente al fianco destro e al fianco sinistro. Fra i due ci sarebbe poi stato anche uno scontro fisico. Il malvivente non avrebbe esploso alcun colpo ma sarebbe comunque riuscito a fuggire e a salire su un’auto. Percorso poco più di un chilometro è morto e sarebbe stato ritrovato un’ora dopo.

Datore di lavoro: «Gli avevamo tolto il porto d’armi» La società per la quale lavorava la vittima da tempo «le aveva fatto riconsegnare il decreto di guardia giurata, il porto d’armi e tutte le divise d’istituto», perché era rimasta coinvolta in «accadimenti che avevano lasciato da pensare». Lo scrive in un comunicato l’istituto di vigilanza privata Corpo guardie di città, per il quale lavoravano sia la vittima sia il vigilante che l’ha uccisa.  L’istituto, prosegue la nota, «manifesta stupore, incredulità e cordoglio anche per la famiglia del defunto».    In base alla ricostruzione del Corpo guardie di città, il rapinatore, che dopo lo scontro era riuscito a fuggire in auto, è stato rintracciato da tre autopattuglie di suoi colleghi, che lo hanno trovato «riverso fuori dalla sua auto ancora in moto. A quel punto la sorpresa – viene spiegato in una nota – l’uomo che perdeva sangue chiama per nome la guardia che si era per prima avvicinata che, stupita, lo riconosce in un suo collega di lavoro che da quasi un anno era in congedo per assistenza ad un familiare. Prima che arrivasse l’ambulanza il rapinatore muore tra la disperazione, lo sgomento il dolore e l’amarezza delle Guardie di città intervenute».