Con oltre 160 donazioni abitanti e visitatori di San Quirico d’Orcia hanno coronato il loro sogno. Riportare nelle sale di Palazzo Chigi il prezioso bassorilievo romanico che alla fine del ‘700 fu dalla Chiesa donato alla famiglia Chigi e che nel secolo scorso fu poi venduto e passato da una casa d’aste all’altra in seguito ad aggiudicazioni e passaggi di proprietà di cui si è cercato di ricostruire almeno parzialmente le vicende. In breve tempo è stata infatti rapidamente raggiunta e largamente superata la somma – 32mila euro – con la quale l’opera era stata aggiudicata nell’asta fiorentina della fine di novembre e ora finalmente il rilievo, databile intorno alla metà del XII secolo, è tornato nel suo luogo d’origine.
«Inseguivo questo sogno da sedici anni – ha detto l’assessore alla cultura del Comune di San Quirico d’Orcia Ugo Sani presentando l’opera e che a suo tempo si rivolse alla Soprintendenza di Siena per richiedere il decreto di notifica dell’opera. «Quello che siamo riusciti a fare – sottolinea Sani – fa onore alla sensibilità dei cittadini e dei tanti amici di San Quirico che hanno fortemente voluto raggiungere questo obiettivo».
«Era importante riportare a casa una delle opere d’arte più antiche del nostro paese – ha aggiunto il sindaco Valeria Agnelli – e l’esserci riusciti in tempi così difficili crediamo sia il miglior segnale di coesione e senso di appartenenza della nostra comunità».
L’opera d’arte, che inizialmente doveva essere collocata nella pieve romanica, oggi chiesa Collegiata, probabilmente parte dell’altare o di un pulpito, è attribuita a un ignoto maestro lombardo e richiama molto da vicino, stilisticamente, l’Adorazione dei Magi della Pieve di Corsignano di Pienza. Alla fine del ‘700 fu dalla Chiesa donata alla famiglia Chigi che la sistemò all’interno del Palazzo, dove oggi sarà ricollocata. Il bassorilievo, la cui presenza era attestata in Palazzo Chigi ancora nel 1928, fu poi venduta dalla famiglia Chigi ed è passata da una casa d’aste all’altra in seguito ad aggiudicazioni e passaggi di proprietà di cui si è cercato di ricostruire almeno parzialmente le vicende. Quello che è certo è che l’opera fu notificata dalla Soprintendenza di Firenze sedici anni fa. Questo ha consentito finalmente al Comune, appena se ne è presentata l’occasione e in accordo con il Ministero dei Beni Culturali, di esercitare il diritto di prelazione e di restituire la preziosa opera ai cittadini di San Quirico.