Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione MpsUna bonifica programmata da tempo, non la prima e probabilmente neppure l’ultima, quella fatta nei giorni scorsi a Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Mps. Tutte le stanze, con particolare attenzione a quelle del presidente Marcello Clarich e del direttore generale Enrico Granata, sono state passate al setaccio da un’azienda specializzata nell’individuazione di cimici e microspie. Quasi una ‘prassi’, una routine, secondo quanto si apprende, messa in atto ormai da qualche anno dai vertici dell’Ente, che controlla il 2,5% del capitale di Mps (il 9% grazie al patto parasociale con Btg Pactual e Fintech), per evitare fughe di notizie.

Ipotesi vendita aspettando l’adesione all’aumento di capitale La particolarità di questa volta riguarda i tempi: Clarich e la Deputazione Amministratrice dovrebbero comunicare entro i primi giorni della prossima settimana, se non già tra venerdì e sabato, la loro decisione sull’adesione o meno all’aumento di capitale da 3 miliardi deciso dal Monte. La preoccupazione è che nessuno possa avere informazioni prima delle comunicazioni ufficiali a Consob per evitare di influenzare il mercato ma, soprattutto, di avvantaggiare eventuali ‘concorrenti’ o possibili compratori. Dalla Fondazione nessun commento e tantomeno notizie su eventuali cimici trovate nell’antico palazzo.