SIENA – “Vogliamo partecipare, vogliamo ritrovare la dimensione della partecipazione oltre che quella della rappresentanza. Per questo Fridays for Future Italia ha elaborato una propria Agenda Climatica che vorremmo fosse accolta da tutti, vorremo che fosse patrimonio di tutti a prescindere dal colore politico”.

Lo ha sottolineato Giulia Taddei, portavoce Fridays for future di Siena intervenendo ieri a Bright Night nell’auditorium Santa Chiara Lab all’interno dell’incontro “A che ora è la fine del mondo? Dialogo sulla sostenibilità” spiegando come si tratti di  “proposte che si sviluppano intorno a cinque temi, che non sono temi esaustivi ma che devono essere punto di partenza. Sono cinque temi imprescindibili, dei quali la politica non può non parlare. Stiamo parlando di trasporti, energia, lavoro, edilizia e di povertà energetica e acqua”.

Giulia Taddei, dopo la manifestazione di venerdì scorso in piazza Matteotti, ha spiegato i contenuti dell’agenda di Fridays for Future.

“Il Trasporto che deve essere pubblico, accessibile, efficiente. Dobbiamo ripensare il modello di mobilità, consentire spostamento facile e gratuito per aumentare accesso a servizi, cultura, risorse e anche spazi di attivismo. Questo è possibile attraverso il potenziamento trasporto pubblico locale e investimenti nella rete ferroviaria italiana: sì a nuove infrastrutture, ripristino ferrovie dismesse ma stop ad ampliamento aeroporti. Stop voli a breve percorrenza e stop voli jet privati ovunque. Si devono avere molte meno auto, ma elettriche: il settore dei trasporti è responsabile in Italia del 25% delle emissioni di gas a effetto serra (dati 2019).

Un nuovo modello energetico basato sulle energie rinnovabili, in gran parte decentralizzato, flessibile e di proprietà della comunità. Dobbiamo staccarci dalle fonti fossili: non possiamo pensare di risolvere la crisi climatica con gli stessi elementi che la hanno causata. Per questo diciamo di no al finanziamento di nuovi rigassificatori. E dobbiamo agire subito, per questioni di tempo dobbiamo escludere anche il nucleare.

Proponiamo invece comunità energetiche, una per comune misura che da sola coprirebbe la metà dei nostri consumi elettrici, abbatterebbe il prezzo delle bollette e coinvolgerebbe direttamente i cittadini nella produzione della propria energia aumentando l’occupazione dei territori.

La prospettiva generale è il lavoro di cura: riduzione orario di lavoro a parità di salario (liberiamo il tempo, libertà è partecipazione etc) in questo modo sarà possibile aumentare l’occupazione e garantire un equilibrio tra vita lavorativa e vita personale, che è anche vita pubblica, libertà che è anche partecipazione.

Edilizia e povertà energetica. L’isolamento di tutte le case popolari in Italia entro il 2025 e efficientamento scuole.

L’acqua è un bene pubblico, come tale ci deve essere una gestione collettiva delle risorse, rimunicipalizzazione dell’acqua, uso degli utili per la manutenzione.

Ogni singola misura presenta le necessarie coperture finanziarie, a dimostrazione che la volontà politica, non la mancanza di denaro, è la principale causa dell’inazione climatica”.