SIENA – I mari toscani non sono a prova di inquinamento. Lo rilevano le analisi condotte dall’Università di Siena sui 37 esemplari spiaggiati.
Nei loro stomaci, soprattutto in quelli di esemplari più giovani, sono stati trovati alte concentrazioni di sostanze chimiche di sintesi, generalmente chiamati Pfas e prodotti dalle industrie. L’indagine, condotta da Arpat, si è avvalsa della cromatografica liquida ad altissime prestazioni (che separa i componenti di una miscela liquida in base alle loro diverse interazioni con una fase stazionaria) accoppiata a spettrometria di massa ad alta risoluzione.
I dati ottenuti mostrano una presenza di sostanze perfluorurate: in particolare, nei tessuti di squali e di tartarughe le concentrazioni sono generalmente molto inferiori rispetto a quelle dei delfini, mentre in questi ultimi (stenella striata) sono state rilevate maggiori contaminazione nel fegato rispetto al cervello e al sangue, mentre, nel muscolo si hanno quelle più basse; nel loro tessuto cerebrale, inoltre, sono preponderanti i Pfas carbossilati a catena lunga a testimoniare una sorta di permeabilità della barriera emato-encefalica nei riguardi di questo tipo di sostanze.