CASCINA – Il grande jazz internazionale arriva a Cascina (Pisa) con “This is Jazz!”, la nuova rassegna promossa da Fondazione Sipario Toscana e Toscana Produzione Musica con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana e Fondazione Pisa, che tra marzo e aprile porterà alla Città del Teatro (via Tosco Romagnola 656) una carrellata di giganti del panorama mondiale.

Gli straordinari pianisti cubani Omar Sosa e Marialy Pacheco, in un incontro esclusivo per il progetto “Manos” (17/3 ore 21.15); Jan Garbarek, vera e propria leggenda che da 50 anni detta lo stile del jazz europeo, accompagnato dalla sua band con special guest il percussionista indiano Trilok Gurtu (13/4 ore 21.15); Steve Coleman, protagonista indiscusso delle scene e sassofonista cui le etichette vanno strette, insieme ai suoi Five Elements (30/4 ore 21.15): questi i tre live in programma, per un cartellone stellare che, proponendo un’antologia di pietre miliari della musica, si rivolge non solo agli appassionati del jazz, ma anche a chi si avvicina al genere per la prima volta (info e prezzi: www.cittadelteatro.com, prevendite in teatro e su TicketOne). 

Si consolida il rapporto sinergico tra Fondazione Sipario Toscana Onlus, centro di ricerca, produzione, programmazione e formazione dedicato a una pluralità di espressioni, dallo spettacolo dal vivo ai linguaggi dell’arte visiva, presieduto da Pier Paolo Tognocchi, e Toscana Produzione Musica, centro di produzione musicale, sistema di residenze artistiche, sostegno per il dialogo tra musica e arti dello spettacolo oltre che per la circuitazione e distribuzione, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze del territorio tenendo lo sguardo rivolto alle sonorità del mondo, presieduto da Paolo Zampini con la direzione artistica di Francesco Mariotti e Maurizio Busìa.

La prima edizione di “This is Jazz!” sarà inaugurata venerdì 17 marzo alle 21.15 da una coppia di artisti più che iconici: Omar Sosa e Marialy Pacheco. Lei è una delle più elettrizzanti musiciste della sua generazione, la prima donna a vincere il Piano Solo Competition del Montreux Jazz Festival e un’artista che affronta continuamente nuove sfide. Il suo tocco sensuale è una miscela unica di musica tradizionale cubana, ritmi afro-cubani e jazz contemporaneo. Lui è uno dei suoi idoli, un virtuoso che si muove senza sforzi fra ritmi e stili senza mai andare alla deriva, mescolando latin jazz e spiritualismo africano, stile classico europeo e il suono dell’American west coast. Insieme, Pacheco e Sosa danno vita a un concerto rivelazione, una combinazione perfetta tra partner musicali in un omaggio profondo e personale ai grandi valori musicali del loro paese natale: Cuba. Due pianoforti, quattro mani e quattro piedi in un folle interplay tra forte e pianissimo, tra cavalcate selvagge sulle strade tracciate dalle punte delle attente dita che sfarfallano sui tasti creando note volanti, innescando frasi, intrecciando melodie per una musica che danza.

Si continua giovedì 13 aprile sempre alle 21.15 con Jan Garbarek Group. Innumerevoli musicisti sono stati influenzati dal suono di questo maestro del sassofono, una delle bandiere della prestigiosa etichetta ECM, già parte del leggendario European Quartetto di Keith Jarret. Alla soglia dei 76 anni, l’artista norvegese continua a battersi per produrre esperienze musicali sempre nuove e migliori, soprattutto live. Ad accompagnarlo in concerto il pianista e tastierista tedesco Rainer Brüninghaus, parte del gruppo da trent’anni, e il bassista brasiliano Yuri Daniel. La performance sarà impreziosita dalla speciale partecipazione di Trilok Gurtu, artista in grado di abbattere col suo stile eclettico le barriere tra le tradizioni del mondo occidentale e orientali, già a fianco di stelle del firmamento jazz come Don Cherry, John McLaughlin, Ralph Towner, Pat Metheny, Larry Coryell, Joe Zawinul.

La Chiusura, domenica 30 aprile alle 21.15, in occasione dell’International Jazz Day promosso a livello globale da UNESCO, è affidata a Steve Coleman and Five Elements. Capace di mescolare il jazz con l’hip-hop e i ritmi del funk, Coleman ha saputo apprendere la lezione dei grandi maestri come John Coltrane, Charlie Parker, Duke Elllington e Charles Mingus e sviluppare uno stile personalissimo nel quale si fonde un’inarrestabile vena swing. In quello che è un continuo dialogo tra il jazz e la world music, Coleman fa confluire in un suono riconoscibile le tradizioni africane, asiatiche e cubane, scegliendo sempre di circondarsi di musicisti che possano apportare la loro impronta personale ai progetti. Leader di numerose formazioni, Coleman dal 1981 ha portato avanti, con i Five Elements, un complesso lavoro di sperimentazione e ricerca.

 

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