L’Isola d’Elba invasa dalle meduse. Nello scorso fine settimana, un ragazzino di 13 anni è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per il contatto con le sostanze urticanti dell’animale (nella spiaggia delle Ghiaie), mentre altre decine di persone sono state curate dalla Croce Verde elbana. Una colonia aliena, quella delle meduse che hanno assalito le acque dell'Elba, portata soprattutto da venti di Scirocco. Al di là di questo, però, è bene sapere bene cosa fare in caso di “pizzico”, visto che la presenza è una costante dall’inizio dell’estate nel litorale tirrenico della Toscana. «Basta seguire poche regole per evitare conseguenze ben più fastidiose. È meglio usare una crema cortisonica che gli antistaminici per curare il bruciore – ha spiegato all’Adnkronos il professor Antonio Cristaudo, responsabile del servizio di Dermatologia allergologica dell’Istituto San Gallicano di Roma -. Gli antistaminici possono anche causare una reazione fotosensibile se poi si continua ad esporsi al sole».
 
Consigli pratici Una presenza sgradita e diffusa, quelle delle meduse nelle acque elbane, che rischia di rovinare la vacanza a numerosi bagnanti. Il “morso” provoca reazione infiammatoria acuta, caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e bolle, accompagnata da bruciore e sensazione di dolore: «Una reazione dovuta all'effetto tossico diretto del liquido contenuto nei tentacoli di questi animali marini, ma niente panico – spiega ancora l’esperto -. Dopo l'intervento con la crema cortisonica bisogna stare attenti a non prendere il sole nelle zone colpite perché altrimenti possono rimanere dei pigmenti sulla pelle. Inoltre – suggerisce – non bisogna strofinarsi la bocca e gli occhi dopo il contatto urticante e non grattare la parte colpita».
 
Ognuno faccia la sua parte Ad essere più a rischio sono i bambini. Soprattutto la cute delle gambe, del viso e dei genitali, zone in cui la reazione può essere molto dolorosa. All’Elba si è registrata la presenza della medusa della specie “Noctiluca”. Attenzione però ad altre varietà dell’animale che possono causare anche shock anafilattici in soggetti particolarmente sensibili. Ognuno può fare però la sua parte per evitare spiacevoli incidenti per sé e per compagni e vicini di ombrellone. L’Associazione Marevivo, in collaborazione con la Commissione Internazionale per l'Esplorazione Scientifica del Mar Mediterraneo (Ciesm) ha avviato un progetto per una rete di osservatori sulle meduse, facendo leva sulle competenze e sull’esperienza degli operatori della comunità scientifica. Ma, in questo caso, c’è bisogno dell’aiuto anche dei bangnati: «La distribuzione e l'operatività dei biologi marini non è tale da poter apprezzare questi fenomeni in modo fedele. Le meduse possono arrivare all'improvviso e altrettanto all'improvviso scomparire – spiega una nota di Marevivo -. Questi animali, soprattutto i più grandi, sono ben visibili e le poche specie di importanza diretta per l'uomo sono facilmente identificabili. Tutti possono segnalarle. Magari corredando la segnalazione con una foto digitale, presa anche dal telefonino».

Articolo precedenteLa scuola toscana diventa 2.0. Svolta digitale per 137 istituti
Articolo successivoSan Gimignano si accende con i Marlene Kuntz a “Nottilucente”