Il carcere di Livorno preoccupa il sindaco Filippo Nogarin che sulla sua pagina Fb esprime i suoi timori «per le condizioni in cui versa la casa circondariale di Livorno, che ospita circa 230 detenuti. L’armatura in ferro di molte parti della struttura è esposta alle intemperie, due interi padiglioni, il C e il D, sono chiusi da tempo e, più in generale, le infiltrazioni d’acqua sono presenti in alcune aree dell’edificio, alcuni corridoi, alcune celle e in alcuni spazi comuni».

Problema di sicurezza per le docce Il primo cittadino si dice pronto ad agire «in prima persona» per portare queste criticità all’attenzione del Ministro della Giustizia, del Dipartimento e del Provveditorato generale. «Ma c’è di più – prosegue Nogarin – nelle scorse settimane l’Asl e i Vigili del fuoco hanno vietato l’utilizzo delle docce in un braccio del reparto ‘Transito’. Con il risultato che ogni giorno 69 detenuti devono scendere al piano di sotto per utilizzare le docce riservate a un altro braccio. Questo come è ovvio comporta problemi di sicurezza, oltre a un carico di lavoro extra per gli agenti della polizia penitenziaria che sono costretti a lasciare la loro postazione per scortare i detenuti nel reparto adiacente».

La cucina all’avanguardia inutilizzata Nogarin solleva inoltre un terzo problema: «”Nel 2015 – dice – è stato inaugurato un nuovo reparto di alta sicurezza al cui interno è stata allestita una cucina straordinariamente all’avanguardia, in grado di servire 1000 pasti al giorno. Una cucina mai stata consegnata all’amministrazione penitenziaria perché manca una certificazione antincendio. Uno spreco di denaro pubblico inaccettabile».