Domenica calcistica in chiaro scuro per le toscane di Serie A. Alla felicità di casa Fiorentina per la netta affermazione contro la Roma fa da contraltare un Siena che si vede proiettare, complice la sconfitta nello scontro diretto di Bologna, in una posizione di classifica che adesso non può più dirsi tranquilla.
Fiorentina-Roma 3-0 La rivalità tra le due tifoserie, il desiderio di ricordare nel migliore dei modi Socrates, “il tacco di Dio prestato al calcio” scomparso prematuramente a San Paolo (Brasile) la notte del 4 dicembre, la volontà di risollevarsi da una situazione di assoluta precarietà. Erano tante le motivazioni dei viola contro i capitolini, trasformate poi sul campo in una prova che finalmente si può dire convincente. Certo, come sottolineato dallo stesso Delio Rossi al termine della partita, c’è ancora da migliorare. Innegabile che senza le tre espulsioni tra le fila della Roma (Juan fallo da ultimo uomo, Gago doppia ammonizione e Bojan fallo di mano sulla linea di porta) si sarebbe vista un’altra partita. C’è però da dire però che finalmente la Fiorentina ha potuto schierare Jovetic e i risultati si sono subito visti: il montenegrino, devastante contro la Roma, non può che fare la differenza per il bene della causa viola. È proprio Jovetic a propiziare l’episodio chiave del match quando, imbeccato alla perfezione da Montolivo, entra in area e viene steso da dietro da Juan per il penalty, trasformato dallo stesso “Jo-Jo”, e la conseguente espulsione che condanna la squadra di Louis Enrique a giocare in 10 per ottanta minuti. L’episodio annienta una Roma con poche idee in attacco: sorprende la scelta di Louis Enrique di affidarsi a Lamela e Bojan, indubbiamente due ottimi talenti ma lontani dall’essere dei punti di riferimento in attacco importanti. Con Osvaldo fuori per motivi disciplinari (lite con Lamela nel post Novara-Roma) e Borriello out per scelta tecnica, così come lo stesso Totti, Boruc e la difesa viola hanno vita facile contro i velleitari tentativi dalla distanza dei giallorossi. Capitan Gamberini realizza il 2-0 sempre nel primo tempo e la partita si chiude sostanzialmente lì. Le espulsioni di Gago e di Bojan, insieme al rigore trasformato nella ripresa da Santiago Silva (primo centro in maglia viola), fanno il resto e la Fiorentina può prendersi una boccata d’ossigeno che serve tantissimo all’umore e al morale della squadra guidata da Rossi che sabato prossimo, nell’anticipo serale, se la dovrà vedere in quel di San Siro contro l’assoluto oggetto misterioso del campionato: l’Inter.
Bologna-Siena 1-0 In apnea invece il Siena di Giuseppe Sannino. Con il Bologna è arrivata l’ennesima prova di generosità da parte dei bianconeri alle prese però adesso con un’astinenza in fase realizzativa che inizia a preoccupare. Il sengale d’allarme è stato lanciato anche da una classifica che nel giro di un mese ha inghiottito il Siena a soli +4 punti dalla zona retrocessione, in una graduatoria ben lontana da quel nono posto registrato solo trenta giorni fa. Il clan di Sannino reclama per alcune occasioni fallite grazie alla bravure di Gillet, molto bravo a respingere i tentativi di Larrondo nel primo tempo e di Grossi nella ripresa. Protagonista anche Calaiò con un colpo di testa finito a lato per pochissimi centimetri nei minuti finali del match, ed anche per aver propiziato un fallo da rigore (mani di Garigs in area sul colpo di testa del bomber bianconero), non ritenuto sanzionabile da parte del direttore di gara. Queste le recriminazioni di un Siena che adesso deve iniziare seriamente a guardarsi le spalle. La bassa classifica si sta muovendo in maniera frenetica e poco ordinata. Tante le sorprese che potrebbero ancora arrivare. Per questo sarà indispensabile ritrovare quella determinazione che aveva caratterizzato l’avvio di campionato dei bianconeri, squadra che adesso inizia a pagare in maniera capitale sue distrazioni difensive. Con l’Inter è stato decisivo l’asse Thiago Motta-Castaignos, con il Bologna quello Diamanti-Di Vaio. Anche lì Sannino dovrà registrare qualcosa per rimettere a posto le cose in un reparto arretrato che oggi non sembra più imperforabile, insieme ad un attacco in preoccupante astinenza da gol. Le geometrie di D’Agostino, da sole, adesso non servono più, serve un generale cambio di passo. Sabato al Franchi contro il Genoa occorrerà, necessariamente, riprendere il filo di tutte queste situazioni, per non passare dal livello di guardia al livello di emergenza.