FIRENZE – Ad appena un anno di vita, nel 2004, era stato sottoposto ad un esame dell’udito su indicazione della pediatra di famiglia. Un centro specializzato privato negò qualsiasi problema di sordità. Le evidenti difficoltà di linguaggio manifestatesi immediatamente: “parla un gergo incomprensibile”, il non riuscire a rispondere a semplici comandi alla scuola materna, spinsero la famiglia a rivolgersi all’azienda Usl Toscana Centro, che lo prese in cura sottoponendolo per anni a inutili trattamenti neuropsichiatrici, ritenendo che fosse affetto da disturbi di natura mentale.

Altre indagini otorinolaringoiatriche, effettuate a 5 anni di distanza, dallo stesso centro privato dettero nuovamente esiti negativi. Il suo problema non era l’udito.
Solo all’età di 7 anni, grazie all’insistenza pervicace della madre gli fu correttamente diagnosticata dall’Ospedale Universitario di Siena l’ “ipoacusia bilaterale” di entità medio grave che effettivamente lo affliggeva.

Gli avvocati Pietro Frisani e Chiara Del Buono dello Studio Legale Frisani di Firenze, hanno ottenuto lo scorso 2 Gennaio, dalla Seconda Sezione Civile del Tribunale di Firenze, Giudice Dottoressa Susanna Zanda, il riconoscimento della colpa delle due strutture: per ripetuto errore diagnostico, errato trattamento sanitario, ritardo nell’applicazione di protesi uditive.

Il centro specializzato privato e la Asl Toscana Centro dovranno risarcire ciascuna il 50%  degli oltre 70.000,00 euro sanciti dal giudice a vantaggio della vittima e dei 20.000 euro destinati alla madre per il patema d’animo e l’angoscia provate per ben 7 anni, nei quali non ha intravisto possibilità di cure per il figlio, pur avendo ipotizzato fin da subito problemi di udito.