Un sogno nel cassetto da musicista e da primo cittadino che tanto si è impegnato nel suo mandato da sindaco per trovare un equilibrio finanziario e di immagine per il principale ente lirico di Firenze. «Vorrei Riccardo Muti tra i direttori principali del Maggio musicale fiorentino-ha dichiarato Dario Nardella, che è anche il presidente della fondazione che governa l’ente lirico- Conosco Riccardo Muti e lo ammiro fin da quando, da ragazzino, ascoltavo i suoi concerti, Senza nulla togliere agli altri, lui è l”ultimo grande direttore d’orchestra italiano. Ed ha esordito proprio qua a Firenze, al Maggio, che ha diretto per tanti anni come direttore stabile».
Il sindaco: «Legame Firenze-Muti non si è mai sciolto» Nardella ha auspicato che, «sarebbe davvero bello rivederlo a dirigere sul podio del nostro teatro, accanto al maestro Luisi e al maestro Mehta; perché il legame tra Firenze e Muti non si è mai sciolto e credo adesso possa essere rinsaldato esattamente come tanti anni fa». Riccardo Muti era tornato a dirigere il Maggio musicale fiorentino lo scorso 31 marzo 2017 per un concerto straordinario organizzato per il G7 della Cultura organizzato nel capoluogo di regione toscano. In quella occasione il maestro aveva parlato in inglese dal podio, spiegando che i musicisti italiani sono stati dei precursori dell’unità tra i popoli e, soprattutto, tra i popoli dell’europa aggiungendo anche che ogni taglio alla cultura è assimilabile ad un crimine. Riccardo Muti aveva poi lanciato un appello al Primo Ministro Paolo Gentiloni, seduto davanti a lui in prima fila, «per riportare le spoglie di Luigi Cherubini, nella sua citta’ natale, Firenze. A Firenze c’e’ solo il sarcofago, nella basilica di Santa Croce».
La dedica di Muti per Firenze Nel corso del primo incontro fra il sindaco Dario Nardella ed il maestro Riccardo Muti, quest’ultimo aveva firmato il libro d’onore, riservato ai personaggi piu’ prestigiosi passati da Palazzo Vecchio con questa dedica: «Alla città di Firenze la mia eterna gratitudine per aver creduto in me giovanissimo e sconosciuto e aver aperto la strada della mia vita artistica. Alla gratitudine si aggiungono l’ammirazione, l’orgoglio di appartenenza. A Firenze e al sindaco Nardella il mio grazie più profondo».