di Chiara Martinelli

Instagram non è soltanto il social dell’immagine filtrata e postata in reta corredata dai famosi cuoricini a dimostrazione che “piace”, bensì la piattaforma marketing «su cui tutte le aziende dovrebbero stare per raggiungere una comunicazione efficace nella vendita del proprio core business». A spiegare ad agenziaimpress.it il ritorno economico di tale investimento è Fabio Giamello, instagrammer senese da 200 mila followers e una gestione di svariati profili pubblici all’attivo, testimoni del forte valore aggiunto derivante dal social in questione.

Com’è nata la passione per Instagram e quando hai iniziato ad occuparti di account aziendali? «La passione per Instagram è nata casualmente, notavo che tutti si spostavano su questo nuovo social e ho iniziato anch’io. Passo dopo passo sono riuscito a farmi strada, credendoci e studiando nel dettaglio la piattaforma. Ho cominciato proprio quest’anno ad occuparmi seriamente di account aziendali, prima ho voluto sperimentare con le attività di amici. Da gennaio 2019 partono collaborazioni con nuovi clienti per la gestione dei loro profili pubblici: a breve saranno lanciati sulla piattaforma»

La tua collaborazione con il mondo della moda e accessori è già in atto da un pò di tempo: tra le aziende spicca “Cleofe Finati” marchio luxury per abiti da sposo e cerimonia e il recente “DonTheFuller” brand specializzato in jeanseria di cui è titolare Mauro Cianti, di origini abruzzesi naturalizzato “senese”. «Inizialmente tutte le collaborazioni social avvengono solo per scambio di prodotti/post o in base a degli accordi personali. Con DonTheFuller è stata casuale la collaborazione: il ragazzo che doveva fare il servizio fotografico non si è presentato e un mio amico (che ha assistito alla conversazione in un bar tra il fotografo e il barista) mi ha  proposto di sostituirlo! Da lì è nato tutto. DonTheFuller è una realtà seria con grandi progetti, sono felicissimo di farne parte».

Quanto è importante per un’azienda “essere su Instagram” e quanto incide in termini di visibilità e di acquisto del prodotto? «Oramai un account su instagram è un biglietto da visita, la prima immagine è quella che conta e andando forti su questo social già possiamo dare fiducia ai possibili clienti: è molto importante anche per la vendita di prodotti online e per far scoprire la propria attività puntando su post mirati vicini al consumatore».

Oltre al successo mediatico è indubbio che si ottengano ottimi report di crescita nella vendita on line: puoi farci degli esempi concreti? «E’ sottointeso che la crescita debba essere sempre mirata al proprio target, lo stesso vale per i contenuti, devono essere adatti alla vendita online: con il mio amico Gabriele Maggiorelli titolare di Ottica G.M. abbiamo iniziato a studiare come funzionava e siamo riusciti a vendere i primi occhiali online sul sito del negozio. Per la vendita su Instagram bastano due click e puoi acquistare il prodotto; è un meccanismo semplice e veloce, è ciò che chiede il mercato oggi. Per qualsiasi azienda, sia che venda occhiali, commerci vino o accessori, oltre alla qualità del prodotto è importante  la semplicità con la quale il cliente compra: Instagram aiuta a snellire il processo di acquisto ma attenzione, seguendo gli step giusti!».

Su Instagram ci sono segmenti di mercato che hanno un vantaggio competitivo maggiore rispetto ad altri settori merceologici? «Potenzialmente non ci sono nicchie di mercato che hanno più successo di altre: il segreto è  nella strategia da adottare e nel raggiungere il target di appartenenza. E’ importante studiare il comportamento dei follower e allo stesso tempo fare azioni che vadano a consolidare la cosiddetta brand reputation e la fiducia da parte del cliente. Faccio l’esempio di due clienti partiti da zero, molto simili perchè facenti parte del settore food ma rivolti a pubblici diversi: Ristorante “Il Particolare” di Siena, noto per piatti gourmet e il maestro pasticcere fiorentino Gabriele Vannucci,  famoso per la sua arte dolciaria. Ognuno ha uno stile diverso e uno specifico bacino di followers».