Game1Una storia cominciata da una passione comune per la tecnologia che ha unito competenze diverse per arrivare a un risultato unico: Relive, il videogame che insegna a salvare la vita. Dopo un percorso di due anni, da oggi è disponibile online gratuitamente su Steam (link). Relive è il frutto di un lavoro di squadra tra medici anestesisti rianimatori, ingegneri esperti di realtà virtuale e sviluppatori di videogiochi. Questo progetto è stato realizzato da Irc (Italian Resuscitation Council), in collaborazione con il Laboratorio di Robotica percettiva Percro dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con gli sviluppatori di giochi di Studio Evil di Bologna. Il progetto è stato lanciato nella precedente edizione di VIVA!, ma il percorso è iniziato nel 2013 quando il gruppo si era aggiudicato il primo premio del “Future of Health Award” a Utrecht, ottenendo un finanziamento di 200mila euro per sviluppare un “serious game” che, dopo il lancio in demo nel 2014, diventa da oggi una realtà che consentirà a tutti gli appassionati di addentrarsi nei fantastici mondi proposti dal video game.

Game2Il videogame sulla rianimazione Relive non è soltanto un gioco sulla rianimazione cardiopolmonare, ma soprattutto un adventure game, il cui scopo principale è sensibilizzare su questo argomento e incoraggiare le persone, in particolare gli adolescenti e i giovani adulti, a essere pronti a interventi in caso di necessità, che possono letteralmente salvare la vita. Nonostante la complessità dell’argomento, l’obiettivo è stato quello di sviluppare un gioco divertente e interessante, un’opera fantascientifica dove i giocatori possono apprezzare l’intera esperienza ludica mentre il concetto di rianimazione cardio polmonare viene appreso durante il gioco. Per procedere nella storia e completare Relive, sarà necessario imparare le basi della RCP, in maniera interessante e non invasiva. «Relive è uno degli strumenti, previsti nell’ambito di VIVA! e della campagna ‘Kids Save Lives’ – afferma Federico Semeraro anestesista rianimatore del direttivo Italian Resuscitation Council – per sensibilizzare la popolazione, in particolare i più giovani, sull’importanza di imparare la rianimazione cardiopolmonare. L’idea di un videogame nasce dalla volontà di insegnare, divertendo, le semplici manovre da utilizzare in caso di arresto cardiaco. Il videogame è già stato testato in anteprima  da un campione di studenti di due scuole superiori italiane, tra Bologna e Pisa, che hanno partecipato ad uno studio scientifico per valutarne la sua efficacia come strumento educativo».

team di sviluppo relive della scuola superiore sant annaInterattività «Un aspetto originale del gioco sviluppato è stato l’utilizzo di un sensore Kinect – afferma Claudio Loconsole, Post-Doc. Eng. Al Laboratorio di Robotica Percettiva Percro dell’Istituto Tecip della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa –  che consente di rilevare  in tempo reale la posizione delle mani del giocatore». «Così possiamo correggere il giocatore e fornirgli un feedback in tempo reale – sottolinea Antonio Frisoli, docente di ingegneria, sempre del Sant’Anna –  sulla qualità del massaggio cardiaco eseguito mentre si cerca di rianimare un avatar nell’avamposto umano su Marte in cui è ambientato il gioco». «Relive rappresenta un mix di ambienti, tecnologie, concetti e sistemi – afferma Luca Marchetti, CEO di Studio Evil – che non si trova di solito nei videogiochi. Il gioco ha finalità divulgative e, per funzionare, i giocatori lo devono trovare divertente e interessante. Quindi doveva essere un prodotto di intrattenimento. Per le finalità scientifiche e umane, ovvero comunicare che è possibile intervenire e salvare vite, in caso di arresto cardiaco, molti dei presupposti che rendono divertenti per il pubblico un videogioco vengono a mancare. In Relive quindi mancano del tutto elementi di violenza, che sono rimpiazzati dal loro opposto, ovvero dall’imparare e praticare delle tecniche salvavita. Si tratta anche di un prodotto dall’elevato contenuto scientifico. Il lavoro è stato fatto a strettissimo contatto con professionisti della rianimazione cardiopolmonare, coordinati da Italian Resuscitation Council, che hanno anche verificato sul campo, con test e studi scientifici, l’attendibilità del sistema. Il tutto condito da un’elevata dose di tecnologia ideata e sviluppata dal Laboratorio di Robotica percettiva Percro del Sant’Anna di Pisa, affinché la tecnologia di ‘tracking’ alla base fosse precisa e affidabile. A noi è poi toccato rendere divertente e accattivante il tutto. Quindi, perché non un’avventura in una base su Marte? In fondo un arresto cardiaco potrebbe capitare anche lì».

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