Decreto di fermo eseguito dai Carabinieri di Siena per un 39enne di Andria (Bat) considerato un membro della banda che lo scorso 2 aprile assaltò un caveau della Securpol a Colle Val d’Elsa (Siena). Ad emettere il decreto il pm di Siena Aldo Natalini. L’uomo è stato identificato grazie alle tracce di dna lasciate sul luogo dell’assalto e sulle vetture usate per il colpo e poi abbandonate. Sempre il dna aveva permesso lo scorso settembre di arrestare un altro membro della banda un 40enne di Cerignola (Foggia).
L’assalto in stile paramilitare La banda, che mirava ai 12 milioni contenuti nel caveau, aveva organizzato un attacco in stile paramilitare: 18 i malviventi che a volto coperto e armati di Kalashnikov, erano giunti sul posto a bordo di 4 auto rubate e con un escavatore con cui avevano abbattuto il tetto del caveau. L’azione della banda era stata però disturbata dal vigilante all’interno che aveva subito allertato i carabinieri. L’arrivo dei militari provocò nell’immediato un lungo inseguimento e due conflitti a fuoco ma i malviventi riuscirono a darsi alla fuga a bordo di due furgoni e con un bottino di monete tra i 5 e i 7mila euro. Numerose durante la fuga le tracce lasciate dai malviventi che sono state raccolte dai Carabinieri di Siena e Firenze e analizzate dai RIS di Roma. I reati contestati, oltre alla rapina a mano armata, al porto di armi da guerra, anche il tentato omicidio. Sulla scia di casi analoghi verificatisi in altre località italiane, i Carabinieri non escludono la presenza di basisti in Toscana. Proseguono intanto le indagini per risalire agli altri componenti della banda.