Sono finiti uno in carcere ed uno agli arresti domiciliari due operatori del “Dipartimento di Prevenzione” della Asl di Prato, impiegati nell’espletamento dei controlli disposti nell’ambito del “Progetto straordinario Regione Toscana” sulle attività commerciali/imprenditoriali gestite da cittadini di nazionalità cinese. Le indagini, avviate a novembre 2015, hanno preso il via da una denuncia presentata da un imprenditore cinese, il quale segnalava alla Guardia di Finanza di Prato la richiesta ricevuta da un operatore dell’Asl di Prato di ottenere soldi per «alleggerire» i controlli. A dirigere le indagini il Sostituto Procuratore della Repubblica di Prato, Antonio Sangermano.
Denaro per evitare le sanzioni Le indagini, svolte anche con l’ausilio di operazioni tecniche di intercettazione, pedinamenti, sopralluoghi e acquisizione di informazioni hanno consentito, nel giro di pochi mesi, di individuare ulteriori 4 casi nei quali, lo stesso operatore, aveva richiesto ed ottenuto denaro per evitare, in tutto o in parte le sanzioni previste per le irregolarità riscontrate, ma anche di accertare il coinvolgimento di un secondo operatore, anch’esso destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Prato ed eseguiti entrambi nella serata di ieri dai militari della Guardia di Finanza. I due, un 42enne e un 40enne, dovranno rispondere al Gip del reato, gravissimo, di concussione per aver preteso denaro da alcuni titolari delle ditte che sottoponevano a controllo al fine di alleggerire o evitare le sanzioni sulle irregolarità riscontrate.