FIRENZE – E’ la frontiera più recente del lavoro. Scegliere di poterlo fare anche lontano dalla scrivania. Opportunità, per chi può, concessa dallo smart working.
Secondo l’Irpet, chi lavora a distanza, vede nella Toscana una delle mete preferite. In particolare, Montalcino e Pienza, che risultano tra le destinazioni preferite. Scelte per l’accessibilità digitale, il costo della vita più contenuto, le attività culturali, trasporti, strutture ricettive e la qualità dell’ambiente circostante. Qualità riconosciute anche a Volterra.
L’indagine traccia anche un profilo dei “nomadi digitali”. Sono soprattutto giovani, tra i 30 e i 40 anni, senza carichi familiari, con un elevato titolo di studio (il 53 per cento è laureato) e reddito superiore alla media, impiegato soprattutto in ambito informatico. In prevalenza sono americani, mentre gli italiani sono restii ai trasferimenti.
Per quanto riguarda il costi della vita, dopo Roma (4.860 euro), Venezia e Milano, si trova Firenze con 4.348 euro, segue un’altra città toscana, Lucca con 4.231 euro, poi (dopo Napoli) troviamo Siena con 3.634 euro al mese e Pisa con 3.381 euro. Disponibilità non ha disposizione di chiunque. Ecco la scelta di andare in provincia, preferendo sempre la vivibilità del luogo. Per la Toscana significa muoversi tra la Valdorcia, che si distingue per digitalizzazione e qualità naturale, mentre aree come Lunigiana, Amiata e Garfagnana risultano più favorevoli per la dimensione dell’accessibilità economica.
Irpet stila anche una lista delle mete preferite. Dopo Pienza e Montalcino, ci sono i borghi tra Volterra e Cecina, in particolare Montescudaio, Riparbella e Lajatico che, “sebbene privi della dimensione urbana più tradizionale, spiccano perché offrono una combinazione equilibrata di tranquillità, paesaggio, buona qualità della connettività e vicinanza al mare, delineando un profilo di attrattività adatto a chi cerca una dimensione di vita e lavoro più sostenibile e meno convenzionale”.
Spostamenti che possono contare anche sul sostegno regionale, con il governo toscano che ha messo sul piatto della bilancio 2,8 milioni per incentivare il trasferimento mei piccoli comuni montani. Sono pervenute agli uffici regionali 843 domande, di cui 831 ritenute ammissibili. Di queste, poco meno del 60% è stato presentato da residenti in Toscana e il rimanente 40% da residenti in altre regioni italiane, le più rappresentate sono Lazio e Lombardia, con circa il 10% ciascuna.
Nel caso dei residenti toscani circa la metà (49%) ha chiesto spostamenti di residenza nell’ambito della stessa provincia di appartenenza. Il 44,5% delle domande proviene da persone con 46 anni e più, dato questo che si è in parte modificato in fase di selezione delle domande finanziabili perché il criterio della premialità ai nuclei con figli minori ha fatto emergere i richiedenti più giovani, come la fascia di età 36-45 che tra le domande ammesse pesa per il 27% e tra quelle finanziate pesa per il 45%. Nelle province di Massa Carra e Pistoia si registra il maggior numero di domande finanziabili.