“La riforma, per arrivare a rappresentare un sistema professionale vincente in Europa deve basarsi sull’innalzamento delle competenze dei giovani attraverso la formazione e sul principio di sussidiarietà dei professionisti nei confronti dei cittadini e della pubblica amministrazione. Solo così potremo guardare al futuro con più fiducia e parlare di professioni moderne e competitive”. Andrea Sisti (nella foto), presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali – oltre 22 mila iscritti – esprime soddisfazione al termine dell’incontro con il Ministro della Giustizia Alfano per la riforma delle professioni.


La riforma – “Abbiamo davanti un’occasione storica che non possiamo perdere e alla quale il mondo delle professioni tecniche si è presentato unito e compatto. Di fronte al cambiamento del valore delle professioni servono regole, legalità e trasparenza. La riforma, quindi, dovrà dare maggiore attenzione ai giovani, che devono essere messi nelle condizioni di poter entrare effettivamente nel mondo del lavoro professionale, e raggiungere un reddito dignitoso, ponendo fine all’incremento della precarizzazione che oggi e’ molto diffusa attraverso la formazione in ingresso e la formazione permanente in grado di accompagnare il professionista nel suo percorso di vita. Solo così la riforma ci potrà ridare una dignità come categoria sociale per il riconoscimento della professione intellettuale. Uno strumento che deve riconoscere il principio di sussidiarietà dei professionisti nei confronti della pubblica amministrazione e soprattutto nell’interesse dei cittadini. E’ necessario, quindi, rivendicare l’italianità delle professioni e della riforma senza guardare con favore ai disastri tipici, invece, di altri paesi vicini. L’apertura di un percorso condiviso da parte del Ministro Alfano per la realizzazione della riforma, ormai da troppo tempo attesa, è il segnale che c’è spazio perché le professioni con gli oltre due milioni di professionisti italiani che rappresentano il 12% del Pil del Paese, tornino a rivestire un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia. Il percorso è ancora lungo ma gli agronomi italiani sono pronti ad assumersi la loro parte di responsabilità”.


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