«La nostra scommessa è quella di riconvertire e rilanciare il polo siderurgico di Piombino anche attraverso un contributo pubblico che la Regione è disposta a dare attraverso i fondi comunitari. Domani firmeremo un protocollo con il ministero dell'Industria e mettiamo a disposizione diverse decine di milioni perché il nuovo acquirente si impegni non solo a fare il forno elettrico ma anche il Corex». Parole del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a margine della seduta speciale del Consiglio regionale, dedicata alle acciaierie di Piombino, iniziata con un intervento del sindaco di Piombino Gianni Anselmi.
Piombino agli occhi dell’Europa «Questo – ha aggiunto ancora Rossi – consentirebbe il mantenimento dell'occupazione e della produzione come quella delle verghe per i binari dei treni da 108 metri che in Italia si producono solo a Piombino. Abbiamo allocato risorse davvero importanti ma sommessamente chiedo se davanti a questo nostro impegno c'é in Italia un imprenditore che ha voglia di accettare la sfida di costruire a Piombino il polo siderurgico più avanzato d'Europa? Pare che il grande capitalismo italiano sia declinato e non abbia più voglia accettare sfide di questo tipo per cui se anche arriveranno proposte straniere non saremo ben contenti». Rossi ha poi annunciato che a breve il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, con delega all'industria, sarà in Toscana e visiterà anche Piombino.
Piombino e la Lucchini «La straordinarietà della nostra seduta vuole sottolineare ciò che Piombino e le sue acciaierie stanno vivendo e l'indispensabile attenzione e concreta azione che le istituzioni toscane rivolgono a questo strategico polo industriale», ha detto il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci aprendo la seduta che segue l'approvazione unanime a novembre 2013 di una mozione (prima firmataria la capogruppo Fds-Verdi MonicaSgherri) che prevedeva la convocazione di una seduta ad hoc aperta alle istituzioni locali e alle forze sociali. Monaci ha anche ricordato che la Lucchini di Piombino «rappresenta un pezzo indispensabile per il mantenimento dell'economia toscana e, più in generale, per il rilancio della presenza industriale toscana e nazionale sui terreni strategici delle politiche economiche e industriali». Il presidente del Consiglio regionale ha poi parlato del ruolo della produzione dell'acciaio vista come «parte fondamentale e strategica delle politiche industriali della Toscana e del Paese» e ha ricordato l'impegno delle istituzioni nazionali, regionali e locali che «ha portato, la scorso novembre, alla revoca dell'annunciata chiusura dell'altoforno della Lucchini di Piombino, già prevista dal piano industriale presentato dal commissario straordinario». Secondo Alberto Monaci, «per uscire dalla crisi che ha sconvolto il nostro Paese, servono progetti industriali capaci di generare valore aggiunto, di unire impresa, lavoro, territorio e istituzioni».
Come ripartire «Per la Lucchini di Piombino c'é una società straniera che è interessata a tutto il complesso, compresa l'area fusoria». E' quanto reso noto oggi dal segretario della Fiom Cgil di Livorno Luciano Gabrielli a margine della seduta speciale del Consiglio regionale toscano. «Questa proposta – ha sottolineato – si aggiunge a quella di Duferco e Klesch, che non sono interessate all'area fusoria e che non danno le risposte certe ai lavoratori. La nuova proposta andrà verificata ma ci dà una speranza per il futuro e rappresenta una risposta alle lotte dei lavoratori, della città e della Regione». Gabrielli ha ricordato che «secondo il commissario il 20 febbraio scadono i tempi dell'altoforno mentre è importante che questo resti in marcia perché è essenziale per il presente e il futuro. Nessuno, neanche il commissario deve mettere in discussione questo aspetto. Abbiamo un accordo al ministero – ha spiegato ancora – che prevedeva che solo il nuovo acquirente possa decidere se l'altoforno va avanti e chiediamo che questa intesa venga rispettata. L'altoforno può andare avanti tranquillamente con le manutenzioni ordinarie ma se verrà spento non ci sono le condizioni per farlo ripartire».
Interesse dalla Giordania Intanto, un gruppo giordano ha presentato stamani una manifestazione di interesse per l'acquisto di tutto lo stabilimento Lucchini di Piombino al commissario straordinario Piero Nardi. A confermarlo all'Ansa il segretario provinciale della Uilm di Livorno, Vincenzo Renda. «È già da tempo che ero a conoscenza di questo interessamento di un gruppo giordano – ha affermato il segretario provinciale della Uilm – ma la prudenza fino ad ora mi aveva spinto a non diffondere la notizia. Auspico che si entri nel dettaglio della proposta quanto prima perché di meglio per quello che sono a conoscenza sul progetto non si poteva davvero auspicare». Anche il sindaco di Piombino Gianni Anselmi sul suo profilo Facebook ha commentato la notizia. «La manifestazione di interesse riguarda l'intero complesso produttivo, e fa capo ad una società straniera. Sarà nostra cura approfondire, come per le altre manifestazioni, i profili soggettivi e industriali della proposta. Quello che mi è stato illustrato negli incontri è oltremodo interessante: occupazionalmente, ambientalmente, territorialmente, e non somiglia a nessuna delle proposte già pervenute. Mi auguro – conclude Anselmi – che presto sia pubblicamente confermato e illustrato alla città dai proponenti».
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