Sono i sindaci, nel 47% dei casi, seguiti dagli assessori (25%) e dai consiglieri (19%), in particolare, i capigruppo di forze politiche, per finire con i vice sindaci (5%) e i presidenti e vice presidenti dei consigli comunali, i più bersagliati dalle minacce della criminalità. È quanto emerge dal Rapporto di Avviso Pubblico.
In Toscana atti intimidatori a Firenze, Lucca e Livorno Ad essere oggetto di atti intimidatori sono stati non solo amministratori locali di città di medio-piccole dimensioni, ma anche sindaci di città capoluogo come: Catania (Enzo Bianco), Livorno (Alessandro Cosimi), Lucca (Alessandro Tambellini), Monza (Roberto Scanagatti), Palermo (Leoluca Orlando). A Firenze, è stato colpito l’allora vice sindaco e attuale primo cittadino Dario Nardella; a Venezia il vice sindaco, Sandro Simionato. Un atto intimidatorio è stato compiuto anche nei confronti del presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone e di quello della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina. Tra il personale non politico minacciato direttamente, il 13% dei casi riguarda dirigenti, funzionari e impiegati della PA. Si tratta, in particolare, di comandanti e agenti di Polizia municipale; di responsabili degli uffici tecnici, del personale, dei servizi di fornitura dell’acqua e della raccolta e trattamento rifiuti; di assistenti sociali; di commissari prefettizi che amministrano comuni sciolti per mafia; di commissari straordinari e presidenti di enti; di responsabili degli uffici stampa.