FOLLONICA – Per evitare i 41 licenziamenti sarebbero rimaste solo poche settimane. Lavoratori e sindacati lo hanno ricordato questa mattina a Follonica (Grosseto), nella manifestazione contro la procedura di esubero della Venator.
Colosso industriale di Scarlino, che a causa delle difficoltà a contenere i costi nello smaltimento dei rifiuti e agli obblighi imposti dalla Regione per l’autorizzazioni, avrebbe deciso di rallentare la produzione, facendo a meno di una parte di dipendenti. Sacrificio, che rischia di avere serie conseguenze anche sui 100 occupati dell’indotto, che cozza con l’andamento dell’azienda, l’unica in Italia a produrre biossido di titanio e i cui fatturati sono in aumento costante nell’ultimo biennio.
“La situazione della Venator va risolta con urgenza: la proprietà non può pensare di cancellare i problemi di produzione licenziando i dipendenti mentre le istituzioni devono definire modelli di sviluppo capaci di garantire la tutela di salute ed ambiente con la salvaguardia dei livelli occupazionali”, ha detto il deputato Marco Simiani, assente per concomitanti impegni a Montecitorio.
In strada invece i rappresentanti sindacali. “Sono venti anni che parliamo di questo problema e ad oggi i l’unico risultato, negativo, è purtroppo il numero dei licenziamenti – ha affermato Katiuscia Biliotti, segretari Cisl Grosseto -. Siamo preoccupati per l’indotto, per i lavoratori della mensa, delle imprese di pulizia e dei trasporti. È giunta l’ora di prendere impegni seri e decisivi, che garantiscano una prospettiva futura sicura per tutti i lavoratori”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Federino Capponi, segretario provinciale della Uil, sindacato che ha lanciato l’hashtag #siamotutti41: “Oggi è stato il primo passo che apre una stagione di mobilitazione generale, che vedrà altre iniziative forti di protesta e solidarietà con il coinvolgimento delle associazioni produttive, delle istituzioni e dei lavoratori dell’indotto”.