La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa mette a disposizione un nuovo strumento innovativo per rendere più efficace la formazione degli allievi di medicina e il continuo aggiornamento dei medici e dei professionisti che lavorano nelle strutture e nelle professioni sanitarie.
Simulazione in laboratorio Si chiama Simulabo ed è un laboratorio che offre la possibilità di simulare processi diagnostici e terapeutici in tutta la loro complessità, con riproduzioni in scala e ad alta fedeltà del corpo umano – dall”età neonatale a quella adulta – in grado di riproporre fisiologia e fisiopatologia del corpo umano, come risposta a eventi di rilevanza clinica e a interventi terapeutici. Il laboratorio è stato inaugurato dai due professori che lo hanno ideato e che adesso lo coordinano, Michele Emdin e Claudio Passino, docenti di cardiologia all”istituto di scienze della vita della Sant’Anna. L’utilizzo di Simulabo, spiega l’Ateneo, «migliora l”offerta formativa nei confronti degli allievi di medicina, di insegnare loro come ragionare e comportarsi in situazioni di complessità, di urgenza ed emergenza, ma anche di apprendere le tecniche di confronto e comunicazione. La simulazione con l’utilizzo di programmi informatici per lo sviluppo di casi clinici interattivi – commentano Emdin e Passino – rappresenta un metodo innovativo, che consente ai partecipanti di vivere da protagonisti la gestione del paziente, di collegarsi a teatri clinici (medici e chirurgici) reali, per seguire online e offline gli interventi chirurgici o le discussioni mediche su casi complessi; di utilizzare il ‘laboratorio esperienziale’, un laboratorio didattico sperimentale, adattabile a una vasta gamma di attività (come giochi di ruolo e simulazioni); di entrare in contatto – usando strumenti online – con ‘opinion leader’ scientifici internazionali, per comprendere l’impostazione di progetti di ricerca preclinici e prove cliniche; di incontrare medici, infermieri, amministratori e ‘policy-makers’ per conoscere e comprendere i correlati politici, economici e sociali del sistema sanitario».