L’arco di Palmira è «un simbolo col quale tutti noi da Firenze vogliamo inviare un messaggio di pace e resistenza contro il terrorismo e la violenza». Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, svelando in piazza Signoria la riproduzione dell’arco del tempio di Bel distrutto dall’Isis. Firenze è la prima città italiana a ospitare la riproduzione, dopo Londra, New York e Dubai. «Visto che i terroristi vogliono colpire l’uomo e la cultura, noi dedichiamo questo gesto all’uomo e alla cultura», ha aggiunto Nardella, che con questa inaugurazione ha simbolicamente aperto il programma di iniziative («un mese di eventi», ha sottolineato) previste nell’ambito del G7 della cultura che si terrà proprio a Firenze. «Siamo tutti siriani», ha esclamato Roger Michel, direttore esecutivo dell’Institute for Digital Archaeology dell’università di Oxford, che ha realizzato il progetto dell’arco.
Riproduzione made in Carrara La riproduzione, che sarà esposta in piazza della Signoria da oggi al 27 aprile, è nata nell’ambito del progetto “The Million Image Database” per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale mondiale, promosso da The Institute for Digital Archaeology in collaborazione con Unesco, Università di Oxford, Museo del Futuro di Dubai e governo degli Emirati Arabi Uniti. La copia dell’Arco è stata realizzata da Torart, azienda di Carrara guidata da due giovani imprenditori (Giacomo Massari e Filippo Tincolini) e specializzata in scultura, arte contemporanea e design, nell’applicazione delle nuove tecnologie nella lavorazione del marmo, in pietre e materiali duri di diversa natura. Palmira, ricorda il Comune, «è un sito dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, e il suo arco distrutto è diventato il simbolo della rinascita, della ricostruzione e della conservazione delle opere appartenenti al patrimonio dell’umanità e alla storia della civiltà che altrimenti andrebbero persi e dimenticati».