Un esposto contro Nuove Acque. E’ quello che presenterà domani in Procura il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo per denunciare il fatto che una decina di utenti, aderenti alla “campagna di obbedienza civile”, sono stati raggiunti da operatori di Nuove Acque, i quali hanno dichiarato di avere il mandato per effettuare la sospensione dell’erogazione dell’acqua. Questi utenti infatti sono “morosi” per Nuove Acque, visto che hanno pagato solo parzialmente le bollette, omettendo di versare la quota relativa alla remunerazione del capitale investito. Tale quota, pari al 13% della bolletta, secondo il referendum del 2012 non dovrebbe essere pagata e la campagna di obbedienza civile si muove proprio in questa direzione.
«Il gestore sta cercando di riscuotere più possibile» «A questi utenti – commenta Gianfranco Morini, presidente del Comitato Acqua Pubblica – è stato detto che se nei prossimi giorni pagheranno, allora sarà tutto risolto, altrimenti la prossima settimana saranno messi i sigilli ai contatori. Ovviamente nessuno pagherà, perché il referendum è stato chiaro. E non solo, perché esiste una legge, la 221 del 28/12/2015, che impedisce ai gestori del servizio idrico di sospendere la fornitura del servizio anche ai morosi, in quanto dispone che sia comunque garantito il minimo vitale di acqua necessario». Gli utenti aretini che aderiscono alla campagna di obbedienza civile sono circa 700 e possono rivolgersi agli sportelli del Comitato per avere tutte le informazioni del caso. «Nuove Acque ha dato un’accelerata a questa riscossione perché il 30 marzo, al Consiglio di Stato, sarà depositato il parere di alcuni tecnici proprio relativamente alla presenza, in bolletta, di una quota che il referendum ha dichiarato illegittima. Non si presenta più come voce di remunerazione di capitale. Le hanno cambiato veste. Si parla di oneri finanziari, ma se cambia la forma, la sostanza rimane la stessa. Quindi, dato che si avvicina quella data, il gestore sta cercando di riscuotere più possibile, perché poi, l’eventuale restituzione chissà in che tempi avverrebbe».
«Ci attendiamo un sollecito intervento delle autorità costituite» Entro giugno, infatti, ci sarà la sentenza definitiva del ricorso che, a suo tempo, il Forum Nazionale Movimenti per l’acqua (oggi Associazione Acqua bene comune) ha presentato contro i gestori del servizio idrico, proprio per la presenza di questa quota in bolletta. «Ci attendiamo un sollecito intervento delle autorità costituite in quanto l’eventuale sospensione del servizio di acquedotto, costituirebbe la violazione di una legge vigente, assumendo peraltro rilevanza di illecito, anche penale» conclude Morini.