La politica in città si rimette in cammino tra vecchie liturgie e serate democratiche di mobilitazione. Naturalmente parliamo del Partito Democratico, la principale forza organizzata in città e provincia, che sta vivendo questi ultimi giorni del 2012 come il giro di boa decisivo per i futuri assetti interni al partito, alla coalizione e anche agli scenari istituzionali e cittadini. Franco Ceccuzzi, nonostante le difficoltà oggettive della candidatura che stenta a decollare in città, continua a tenere il mazzo e dare le carte politiche. Ma qualcosa sta accadendo nella base democratica che esce allo scoperto sotto il nome di Bruno Valentini. Andiamo con ordine.
Le parlamentarie di domani tra le scaramucce dei candidati Domani è il giorno delle parlamentarie, le primarie per i candidati del Pd al Parlamento. Ormai sappiamo che per i due probabili posti sono quattro in lizza e non cinque. Fu agenziaimpress.it per prima a rivelare la ovvia esclusione della giovane Sofia Barneschi (leggi). E al di là del savoir faire di circostanza sono gomitate tra Susanna Cenni, Sandro Starnini, Paolo Rappuoli (che su Facebook attacca il "groviglio armonioso" e si propone "finisca l'epoca dell'attorcigliamento e cominci quello della chiarezza") e Luigi Dallai. L’ultima è stata denunciata dal battagliero Starnini quando ha avuto notizia che una mail di sostegno al Dallai, schierato con Renzi alle primarie del 25 novembre scorso, era stata recapitata a tutti gli iscritti provinciali al Pd. Come aveva avuto accesso agli indirizzari degli iscritti? Perché solo lui? Perché gli altri candidati non erano stati informati? Starnini ha così preteso e ottenuto che ognuno potesse raggiungere gli iscritti con un messaggio. E l'indirizzario di federazione è stato concesso a tutti.
Ceccuzzi scompagina il campo avverso La vicenda dell'indirizzario concesso a Dallai ha destato qualcosa di più di un sospetto su chi intende sostenere la nomenclatura di federazione, quella stessa che appoggia Ceccuzzi in Comune. È evidente, infatti, che ormai gli schemi bersaniani e renziani sono definitivamente tramontati ed ancora una volta è lo stesso ex sindaco Ceccuzzi a dare le carte, decidendo di appoggiare fortemente Dallai, suo grande sostenitore durante la campagna elettorale del 2011 e non solo, visto che solo pochi giorni fa, nella direzione comunale del Partito anche Dallai votava a favore del regolamento delle primarie fortemente contestato dai renziani. Un atteggiamento contraddittorio per uno che si candida in nome e per conto proprio dei renziani. Riconoscenza senz’altro ma anche calcolo. Con l’uscita di scena di un renziano doc come il sindaco di Castelnuovo Berardenga, Roberto Bozzi (non ha ottenuto la deroga dal Nazionale), e il gran rifiuto a correre di Bruno Valentini (perché non voleva disattendere la fiducia che in molti lo volevano veder correre a Siena), e il passo falso della candidatura della giovane Barneschi, i renziani si sono divisi e Ceccuzzi, che pure ufficialmente ha appoggiato Bersani, ne ha approfittato per scompaginare il campo avversario piazzando un “suo” uomo. Chapeau.
I candidati intorno a Ceccuzzi con il Patto Ma Ceccuzzi dimostra di tenere il mazzo delle carte anche quando convoca a sé i quattro parlamentari e sottopone loro il “patto per Siena” da firmare, un vecchio strumento di programma elettorale sempre buono in vista delle elezioni. I quattro lo firmano riconoscendo,dunque a Ceccuzzi il ruolo di referente di quel Patto e candidato “unico” del Partito democratico a sindaco di Siena, sebbene ci sia ancora tempo fino al 2 gennaio per altre candidature. L’ex sindaco però avrebbe raccolto per la sua candidatura 65 firme delle 125 disponibili all’interno dell’assemblea comunale. E quindi è ad oggi il solo candidato del Pd. In origine – volendosi presentare come "esterno" al PD – avrebbe cercato le fatidiche 1500 firme di cittadini semplici, cominciando il 25 novembre ai seggi delle primarie nazionali, ma poi, visto che la raccolta andava per le lunghe, ha ripiegato per la soluzione più interna e comoda. Peraltro, andando ben oltre il numero richiesto delle 41 firme e di fatto togliendo adesioni potenziali al rivale Bruno Valentini.
Serata democratica per Valentini Intanto, il sindaco di Monteriggioni ieri sera ha riempito, come non accadeva dai tempi della nascita del Pd, la sala dei Mutilati alla Lizza. In tanti sono andati ad ascoltarlo, cittadini, iscritti, dirigenti del partito. E fa un certo effetto se la serata viene paragonata con l'altra organizzata nella medesima sala da Franco Ceccuzzi. Tra i presenti ad entrambe le iniziative c’era Giulio Carli, il segretario dell’Unione comunale, che dovrebbe garantire parità di trattamento ai candidati in campo. Nell’incontro Valentini ha ripercorso le ultime settimane e annunciato che procederà ad una raccolta firme tra i cittadini senesi, per dimostrare che la città «pretende più democrazia e soprattutto che cerca una voce nuova, un alito di libertà e di rappresentanza». «Chi è stato parte del problema che ha messo in ginocchio la città oggi non può rappresentare la soluzione al problema», ha detto Valentini tra gli applausi. Forse in quel momento il segretario Carli se ne era già andato.