«Gentile presidente Clarich, nel pieno rispetto del ruolo che Lei riveste, vorremmo esprimere, con questa lettera aperta, alcune considerazioni riguardo a talune Sue dichiarazioni, apparse sulla stampa». Inizia così la lettera aperta al presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, da parte di alcuni consiglieri comunali, di opposizione ma anche di maggioranza. A far scattare la solidarietà tra posizioni fino a qualche tempo fa tanto distanti come i consiglieri di Siena Cambia (parte integrante della maggioranza) e alcuni esponenti delle liste di opposizione, compresi i 5Stelle, sarebbero stati la nomina di Massimo Egidi da parte di Clarich, senza consultare il Comune, e le sue dichiarazioni più volte confermate di non volersi confrontare sulle scelte da prendere. Sfumata, invece, appare la posizione del Partito Democratico che con Carolina Persi e il segretario cittadino, Alessandro Masi, si richiamano all’atto di indirizzo del Consiglio comunale del 24 marzo scorso (firmato anche da Siena Cambia) in cui venivano delineate funzioni e modalità di collaborazione tra Palazzo Pubblico e Palazzo Sansedoni.
Le firme dei consiglieri «Lei è stato nominato come custode e tutore, null’altro, di un Ente autonomo nelle forme di esercizio ma non certo autoreferenziale negli obiettivi, che devono rispettare le istanze del territorio, istanze che vengono discusse ed inoltrate anche dal Consiglio Comunale in cui siamo stati eletti», scrivono Lorenzo Di Renzone, Pasqualino Cappelli, Fabio Zacchei (Siena Cambia), Pasquale D’Onofrio, Letizia Maestrini (Gruppo Misto), Alessandro Piccini, Maria Isabella Becchi (Nero su Bianco), Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle), Enrico Tucci (Cittadini di Siena).
«Clarich, il suo dovere è ..» «Per quanto le appaia bizzarro – si legge nel documento -, il Consiglio Comunale quando discute le necessità del territorio e le inoltra alla Fondazione MPS, compie il proprio dovere. Guai a sottrarsi: i Consiglieri comunali mancherebbero di adempiere ad uno dei loro compiti fondamentali. Il Suo dovere, invece, è quello di operare tenendone conto, non di svincolarsi come fosse una sgradita ingerenza. Riteniamo pertanto che Lei abbia mancato del dovuto rispetto, nella forma e nella sostanza, direttamente al Consiglio Comunale di Siena, ed indirettamente a tutta la città. Lei si arroga il diritto di “non dover rendere conto” e confonde l’attività autonoma con l’indipendenza dettata dall’autoreferenzialità».
«Riveda sua posizione oppure tragga conseguenze» «Condanniamo fermamente quel passato, quella politica clientelare e miope, invero non tutta senese, che ha contribuito a distruggere un patrimonio secolare, e ne prendiamo fermamente le distanze. Ma non riteniamo che la tutela della Fondazione e del territorio passino dall’allontanamento tra questi due soggetti. Né tantomeno dall’affermazione di altri poteri, altrettanto distanti e potenzialmente dannosi per la nostra comunità. La invitiamo pertanto a rivedere la sua posizione, a riflettere sui tratti essenziali del suo mandato, valutando la necessità di ricostruire il legame con il territorio senese oppure di prendere consapevolezza del solco da Lei creato e trarne le dovute conseguenze».
«Più coraggio» invocato da Marzucchi e Lorenzetti Non firmano il documento congiunto ma scrivono di proprio pugno i consiglieri comunali di maggioranza, Simone Lorenzetti (Riformisti) e di opposizione, Mauro Marzucchi (Siena Futura), a conferma della situazione ormai sfilacciata che si è venuta a creare in Consiglio comunale sul tema. «Il professor Clarich è apparso in questi anni più solerte nel proporre interviste con le quali cavalcare “l’antipolitica” che non attento ai problemi e alle attese della comunità cui deve (dovrebbe) fare riferimento. Per noi non è un problema il rispetto della autonomia che va osservata senza sé e senza ma. Al contempo vorremmo però una politica della Fondazione in linea con i dettati e gli indirizzi del proprio statuto. Oggi non ci pare opportuna una crisi di tipo istituzionale. Siena ha più che mai bisogno che tutte le risorse funzionino e si armonizzino. E può quindi passare sopra ad un atteggiamento che talvolta sfiora la provocazione. Peraltro la carriera istituzionale del professor Clarich non appare aliena dall’intervento della politica. Però, più ancora che partecipare al coro “urlante” delle tifoserie, chiediamo a Clarich maggior attenzione per la città e il suo territorio che abbisogna del sostegno della Fondazione, del suo attivismo, del suo fare squadre. Poi un appello ai componenti “senesi” della Deputazione. Non siete molti e qualcuno dovrebbe rammaricarsi, ma abbastanza per poter incidere sulle scelte della Fondazione. Lo statuto è con voi. E il riferimento al benessere del territorio non crediamo che vi debba essere sollecitato. Più coraggio». Lo stesso coraggio che pare mancare a molti.
Staderini: «Chi non condivide esca dalla maggioranza» In giornata, poi, arrivano anche i commenti distinti di Pietro Staderini, consigliere di Sena Civitas, e di Giuseppe Giordano del Movimento Civico Senese. Staderini, che è anche vicepresidente del Consiglio Comunale, dopo aver ricordato alcuni fatti «che non possono essere sottaciuti» come «il Presidente della Fondazione Clarich che non risponde alla città che lo ha nominato tramite il Sindaco e la Maggioranza che lo sostiene» ed evidenziato che «la maggioranza di sinistra che governa la città e che ha nominato il Presidente Clarich che litiga al suo interno perché non ha risposte chiare dalla Fondazione, come se non fossero loro ad averne nominato i componenti». domanda cosa significa «nel piano industriale Mps accorpare l’Area territoriale di Siena con quella di Firenze. Portare a Firenze gli uffici decisionali dell’Area?». «Chi non condivide l’operato del Sindaco – chiosa Staderini – esca dalla maggioranza e si rivada al voto, sperando che questa volta i senesi abbiano capito che per cambiare non si possono mantenere al governo le stesse persone e le stesso forze politiche che hanno già portato al disastro questa comunità e le sue maggiori Istituzioni».
Giordano: «Qualcuno ha paura a prounciare la parola dimissioni» «E’ dall’inizio del suo mandato che il presidente della Fondazione è autore di esternazioni che lasciano pochi spazi di dubbio sulla volontà di un progressivo affievolimento dello storico legame con il territorio», scrive Giuseppe Giordano. «Oggi levano gli scudi una parte di coloro che hanno consentito al Sindaco di effettuare le scelte che hanno determinato le situazioni criticate e si lascia ancora il campo aperto a ravvedimenti operosi o, in alternativa, a pseudonomi della parola dimissione che, forse, fa troppa paura per poterla pronunciare ed è poco chic. Per quello che ci riguarda non andremo all’ammasso, non rincorreremo iniziative estemporanee e contraddittorie, non ci faremo paladini di chi, magari, è stato trattato male ed ora alza la voce, ma continueremo per la nostra strada con coerenza e nel rispetto del mandato elettorale».
Metodo dell’ammuina Insomma, in Consiglio Comunale regna una sorta di clima da tutti contro tutti, con anche un rimescolamento di ruoli che ha fatto e farà dscutere da qui ai prossimi mesi. Qualcuno l’ha chiamata una prova generale in vista delle prossime Amministrative del 2o18, anche se a prima vista pare per adesso solo il metodo dell’ammunia, chi è in maggioranza firma documenti con chi ogni giorno tuona dalla minoranza, mentre altri dalla minoranza cercano sponde nella maggioranza. E altri, più semplicemente, aspettano che Siena passi la nuttata e rimangono in silenzio, provando a distinguersi da tutti gli altri. In ogni caso sono definitivamente finiti i tempi in cui su un tema tanto fondamentale come il rapporto con la Fondazione il Consiglio Comunale di Siena si esprimeva come un sol uomo per dimostrare unità di intenti e coesione sugli interessi più profondi della Città.