Dal 4 settembre al 14 novembre, presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena si terrà una mostra rara, singolare e raffinata che attraverso carte autografe di Michelangelo – lettere, poesie, carte di cantiere e altri documenti – riesce a percorrere tutta la vita del grande artista, ponendo inoltre l’accento sulla presenza e l’operato di Michelangelo a Siena. Queste straordinarie testimonianze autografe provengono dall’Archivio Buonarroti, di proprietà della Fondazione Casa Buonarroti, che raccoglie le carte di famiglia ed è, per quanto riguarda Michelangelo, tanto vario e cronologicamente completo da rendere possibile un vero e proprio ritratto biografico. La mostra, a cura di Lucilla Bardeschi Ciulich, nota studiosa della grafia michelangiolesca, e di Pina Ragionieri, direttrice della Fondazione Casa Buonarroti, è realizzata su progetto scientifico della Fondazione stessa, e per la sede di Siena si avvale della consulenza scientifica di Gabriele Fattorini. È organizzata dall’Associazione Culturale Metamorfosi e da Vernice Progetti Culturali, con il contributo del Comune di Siena e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.


Il percorso della mostra – L’esposizione percorre, attraverso l’esame dei suoi disegni e della sua grafia, la lunga vita di Michelangelo, nato a Caprese, nel contado di Arezzo, nel 1475, e morto a Roma nel 1564.  Si prende l’avvio dalle prime lettere e dalle poesie della giovinezza per giungere alla corrispondenza estrema dell’artista, ormai quasi novantenne, con il prediletto nipote Leonardo; su questa falsariga si incontrano prove grafiche di alto impegno, come i disegni, scelti qui con l’occhio fisso al risvolto biografico, siano essi di figura, o di progetto architettonico, o provenienti direttamente dai cantieri e alle cave. Come i famosi blocchi di marmo schizzati a beneficio degli scalpellini. La mostra trova il suo centro ideale in due fasi fondamentali della vita di Michelangelo: il periodo fiorentino della sua maturità, con i frequenti viaggi a Roma, ma anche per cercar marmi a Carrara e a Pietrasanta, ed il successivo periodo del trasferimento a Roma dove diventerà architetto della fabbrica di San Pietro. La testimonianza del periodo fiorentino – lettere e disegni – documentano l’intenso impegno di Michelangelo in particolare intorno a due grandi opere: la tomba di Giulio II che, per volontà espressa dallo stesso Papa fino dal 1505, avrebbe dovuto essere posta in San Pietro ma che non fu mai portata a termine; e la tormentata impresa della fabbrica di San Lorenzo a Firenze, dal progetto mai eseguito per la facciata della basilica alle esemplari realizzazioni della Sagrestia Nuova e della Biblioteca Laurenziana. Il periodo romano documenta tra l’altro l’intensa amicizia di Michelangelo con il giovane patrizio romano Tommaso dei Cavalieri e con Vittoria Colonna. Spicca in questo contesto la presenza in mostra di uno dei più alti capolavori della produzione grafica di Michelangelo: il disegno raffigurante Pianta di San Giovanni dei Fiorentini. L’emozionante sequenza degli originali michelangioleschi è affiancata, lungo il percorso espositivo, da una scelta di dipinti, miniature, bronzi, medaglie, incisioni, volumi a stampa che commentano efficacemente questo percorso biografico.


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