Lo possiamo dire ufficialmente: la Mens Sana è entrata finalmente nella serie finale. Lo ha fatto con un’incredibile prova di forza tra le mura amiche, ritrovando quella sicurezza e quella fiducia nei propri mezzi che era mancata drammaticamente nei due atti milanesi.
Emozioni e intensità «Non ci è mai mancata la voglia, ma stasera c’è stata un’emozione che ci ha guidati e non ci ha bloccati come nelle prime partite» così coach Crespi spiega la vera e propria trasformazione che i suoi ragazzi hanno subito una volta arrivati a Siena. Fin dal primo minuto di partita le cose sono visibilmente diverse infatti: anche se Milano si porta in vantaggio 2-8 la grinta, l’intensità e la rabbia che i biancoverdi mettono in ogni possesso difensivo sono anni luce lontani da quelli visti fino a quel momento contro l’Olimpia. La stessa squadra di Banchi resta stordita quando non riesce più a sviluppare con la consueta facilità il suo gioco d’attacco; all’improvviso i pretoriani di Crespi sono dappertutto, sporcano ogni linea di passaggio, toccano ogni pallone, mettono una fisicità tremenda nella partita nonostante siano quasi tutti la metà dei rispettivi avversari. Il risultato è un 13-0 di parziale nel primo quarto, ma ancora la mira dai 6.75 rimane deficitaria. Quando Carter all’inizio del secondo quarto insacca la sua prima tripla nella serie il palazzo letteralmente esplode, è l’inizio della grandinata: 4/5 da tre punti in un amen e la Mens Sana che fugge via arrivando a toccare addirittura un incredibile +19.
5000 in campo Troppi giocatori d’esperienza però sulla sponda milanese perché la partita sia già finita. Infatti Banchi riesce a trovare un parziale antidoto al raddoppio su Samuels che tanto bene aveva funzionato nel primo tempo e sulle ali di Hackett e Langford l’Olimpia prova la rimonta. Moss difende praticamente su tutto quello che si muove in campo e la Mens Sana fatica molto di più in attacco. Ci pensa però Haynes, ufficialmente sbloccatosi almeno in parte già in gara 2, a ricacciare indietro le velleità meneghine. La spinta che arriva dagli spalti è qualcosa di mostruoso e con pochi precedenti, 5000 tifosi indemoniati che urlano, cantano, si esaltano e si arrabbiano insieme, dando alla squadra una carica inimmaginabile. A Milano erano in 10.000 al Forum ma non c’è dubbio nel dire che a Siena sembrava di essere in un’arena da 20.000 spettatori, tanto era carico l’ambiente. Quando nell’ultimo quarto la Mens Sana ritrova nuovamente la doppia cifra di vantaggio la partita si chiude quasi subito, Milano alza bandiera bianca e rimanda i propositi bellicosi a gara 4, quando non si farà trovare impreparata. C’è tempo affinché Gentile si renda nuovamente protagonista di un brutto gesto, come la manata in faccia a Janning che gli vale un antisportivo e le critiche di Banchi in sala stampa. Finisce 85-68 ed è quasi impossibile fare tutti i nomi di chi ha portato un mattoncino per la vittoria: se Hunter e Haynes spiccano non si può non citare la personalità di Janning, la padronanza del campo di Nelson o la difesa tutto cuore di Cournooh, che di fatto ha scalzato Green nelle rotazioni per il maggior impegno nella propria metà campo. Adesso è tempo di pensare a gara 4, consapevoli del fatto che Milano non farà sconti per conquistarsi il match point.