Colpo di scena nel tardo pomeriggio di oggi. Queste primarie per la scelta del candidato sindaco di Siena del centrosinistra si devono tenere nella forma più allargata e partecipata possibile. Spazio dunque a tutti i candidati. Parola di Partito Democratico.

Aria pesante in casa democratica E così mentre a Roma, per la prima volta dopo le primarie del 25 novembre e 2 dicembre scorsi, si incontravano a pranzo Pierluigi Bersani e Matteo Renzi (che da oggi ha ripreso a twittare – leggi) , a Siena il segretario dell'Unione comunale, Giulio Carli, e il segretario provinciale, Niccolò Guicciardini, aprono finalmente la strada alla candidatura di Bruno Valentini. Oggi, doveva esserci un'aria pesante nel partito dopo che i dirigenti si erano arroccati nella difesa di un articolo e di un comma del regolamento, nemmeno fosse la Costituzione, che ormai nessun partito della coalizione riconosceva più. Una giornata senz'altro caotica dove le voci si sono rincorse (leggi), le conferenze stampa sono state convocate e poi annullate, e dove sembrava che la stessa coalizione di centrosinistra stesse per collassare con la presa di posizione di Sel di ieri a firma Pasquale D'Onofrio (leggi), e l'uscita dei socialisti per voce di Leonardo Tafani che stamani hanno annunciato che non avrebbero partecipato alla sfida, come anticipato da agenziaimpress.it nei giorni scorsi (leggi). E lo stesso Bruno Valentini aveva chiesto l'intervento del partito provinciale, regionale e nazionale perchè Siena "è diventata un luogo off limits rispetto a quanto avviene nel resto d'Italia".

Resistenza sulle regole Con il cerino in mano era rimasto Giulio Carli, depositario e estensore del contestato regolamento che, di fatto, impediva la partecipazione di altri candidati del Pd che non fosse l'ex sindaco Franco Ceccuzzi. Quest'ultimo ha resistito nella difesa delle "regole" fino a ieri, poi, dopo l'uscita pubblica di Sel che invitata a "fermarsi e riflettere", ha postato la "sua" personale apertura per far correre anche il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini. E tutto si è rimesso in gioco.

Apertura con proroga A quel punto anche per il lealista Carli non c'era altra strada che aprire le finestre, cedere e chiedere "alla coalizione di incontrarsi nuovamente per valutare la possibilità di un'ulteriore proroga per la presentazione delle candidature". Si parla di ulteriori 48 ore concesse al sindaco di Monteriggioni ma ancora nonc'è certezza. "In questi giorni mi sono astenuto dall’entrare in una discussione che, da alcuni, è stata strumentalizzata", è stata la sola autodifesa di Carli. In pratica un'autentica dichiarazione di resa (leggi). In piazza del Campo suonavano le 19.55. Nove minuti prima (19.46) il colpo finale l'aveva messo il segretario provinciale, Niccolò Guicciardini, che aveva tuonato che "Siena ha bisogno di primarie vere, aperte e che mettano al centro un confronto serio e sereno sulle idee". Poi, rivolgeva un appello alla moderazione dei toni perchè il confronto non scadesse in una "discesa agli inferi delle accuse" e si trasformasse in "un'ascesa nel dibattito su cosa fare per il nostro futuro". Poi Guicciardini, che in tutte queste settimane se ne era rimasto in silenzio, dice che "La candidatura di Franco Ceccuzzi e la proposta di Bruno Valentini sono contributi al dinamismo de centrosinistra, naturalmente con la garanzia che tutti stiano dentro la coalizione".

Insomma, il partito democratico sembra deciso ad imboccare un'altra strada, non più quella del silenzio ma quella dell'apertura e del confronto pluralista. Bastava forse un po' di buonsenso in più e tutto si sarebbe risolto molto prima. Anche perchè, come dice uno che di queste cose se ne intende "se si vuole essere stalinisti bisogna saperlo fare". E ormai non è più tempo di purghe.