SIENA – Siena Jazz suona nuova musica. Aumento dei corsi e dei docenti, progetti estemporanei e sinergie con festival e club, concerti in occasione di grandi eventi e altre iniziative.

Accantonata con successo la 52esima edizione dei Seminari Internazionali estivi di Siena Jazz, passerella di star, da Ambrose Akinmusire, Miguel Zenon, a Francesco Fratini, Gerald Clayton,  il quintetto Maurizio Giammarco, Kevin Hays, Lage Lund, Furio Di Castri ed Ettore Fioravanti, per continuare con Sara Serpa, Matt Penman, Avishai Cohen, altri, cresce la positiva onda lunga della svolta con l’arrivo di Jacopo Guidi alla direzione artistica. Siena Jazz ha regalato un’estate ricca di occasioni che ha calato il sipario con i concerti finali del Seminario Kind of Blue.

La situazione, i programmi?

«Lo scenario che si apre a Siena Jazz – dice il direttore artistico Jacopo Guidi -, nonostante l’attuale situazione finanziaria dell’Accademia abbia richiesto una consistente compressione, è sereno».

I corsi, l’offerta formativa dell’Accademia?

«Quest’anno il valore dell’offerta complessiva sarà innalzato, ovviamente garantendo gli standard qualitativi che da sempre caratterizzano i corsi di Siena Jazz. L’inserimento nell’organico di docenti musicisti con specifiche caratteristiche artistiche, prevalentemente provenienti dal territorio toscano e cittadino, garantirà una consistente diversificazione sul piano della proposta didattica».

Siena Jazz è grande musica per il pubblico; siamo abituati a concerti importanti.

«Non ci fermiamo. Parteciperemo alla Notte dei Ricercatori con l’Università per Stranieri di Siena: Sju-Trio presenterà la sua performance a conclusione dell’evento in programma il 30 settembre. Ed ancora, proporremo due concerti in collaborazione con l’Associazione Siena Award, in occasione della loro manifestazione ‘Siena International Photo Awards 2022’. Il 14 ottobre il duo Neomi Fiorucci voce e Guglielmo Santimone piano, il 28 ottobre, Alessandra Diodati voce e Edoardo Ferri chitarra, tutti provenienti dai corsi accademici, proporranno progetti di composizioni originali. Stiamo sviluppando, sempre per l’aspetto della produzione, delle originali collaborazioni con festival, club e progetti estemporanei, nei quali proporremo concerti di allievi e docenti. Questi programmi potranno concretizzarsi dalla primavera 2023».

È possibile replicare, semmai con una formula contenuta, i Seminari Internazionali nel periodo invernale, quando la città può avere interesse a eventi che creano spettacolo e alternative?

«Sarebbe bello e soprattutto importante, soprattutto per la città che, così, usufruirebbe di un’offerta musicale maggiore. Ma non credo vi siano margini economici neanche per immaginare tale scenario. Una versione, anche ridotta, richiederebbe uno sforzo economico importante che, in questa fase, Siena Jazz non potrebbe sostenere. Se poi la città e le istituzioni dovessero considerare questa alternativa un’ipotesi o una necessità, è chiaro che noi saremmo assolutamente e con estremo entusiasmo a disposizione per la realizzazione di questo progetto».