«Ho invano atteso che altri si proponessero come alternativa a chi è invischiato nelle responsabilità amministrative e politiche del declino di Siena e quindi, sospinto da sollecitazioni che giudico sincere e disinteressate, metto la mia persona e le mie idee a disposizione del Pd e del centrosinistra».

«Regolamento e tempi delle primarie da rivedere» Così l'annuncio sul suo profilo Facebook di Bruno Valentini che, rompendo gli indugi, si candida a sindaco di Siena. E pone subito un paletto soprattutto al suo partito cittadino: «A condizione – scrive – che le regole ed i tempi delle primarie vengano opportunamente rivisti garantendo piena agibilità democratica, soprattutto se le elezioni amministrative non saranno dietro l’angolo» (scarica l'intervento).

Scontro nel Pd tra due forti personalità A questo punto i giochi per le prossime amministrative a Siena sembrano fatti. Ancora non si conosce la data delle elezioni ma gli schieramenti si sono quasi tutti composti nelle ultime ore. Con Enrico Tucci, Laura Vigni, la new entry di Eugenio Neri, sostenuto dalle liste civiche, e ora con i nomi del Pd. Nel partito di maggioranza relativa a correre sarebbero al momento (salvo sorprese dell’ultim’ora) due personalità di peso come Franco Ceccuzzi, ex sindaco di Siena e padre padrone del Partito fino a qualche tempo fa, e l’attuale sindaco di Monteriggioni (all’ultimo anno di mandato) Bruno Valentini, da subito schierato nelle recenti primarie con il sindaco rottamatore Matteo Renzi.

Primarie, occasione di rottamazione vera La candidatura di Valentini non dovrebbe lasciare dubbi sul fatto che le prossime primarie del centrosinistra (salvo che siano modificate le regole?) non saranno “farlocche” ma i contendenti si giocheranno tutto su opzioni politiche ben diverse. La prima richiesta però è proprio di rivedere quel regolamento delle primarie senesi che ha fatto storcere il naso a molti in questi giorni (leggi). Valentini e i “suoi” sostenitori, insomma, sembrano aver interpretato esattamente lo spirito renziano che voleva confronto vero e non accordicchi tra potentati del partito. La “rottamazione” dei vecchi dirigenti e delle vecchie liturgie della politica sembra definitivamente sbarcato anche a Siena. Sorprende semmai che a sostenere la rottamazione cittadina sia un gruppo di agguerriti sindaci renziani (Valentini, Spanu, Bozzi, Scaramelli) che intende scalzare il gruppo dirigente cittadino. Mentre a Siena il partito sembra "anestetizzato" sulle posizioni dell'attuale gruppo dirigente, bersaniano e fedele al Ceccuzzi. Infatti, l'ex sindaco può contare sull'appoggio incondizionato del segretario cittadino Giulio Carli, estensore del tanto vituperato regolamento delle primarie, così come dei renziani Simone Vigni e Roberto De Vivo. Questi ultimi, alla riunione di renziani a Monticchiello di sabato scorso, avrebbero tentato fino all'ultimo di far desistere Valentini dal candidarsi, suggerendo più miti accordi con lo stesso Ceccuzzi. Accordi respinti al mittente e che hanno galvanizzato ancora di più le truppe renziane a scendere in campo aperto. La sfida è lanciata, il dado è tratto.

Sel e Riformisti cercasi Destano poca apprensione, e anche poca curiosità (in verità), le candidature degli altri due partiti del centrosinistra firmatari con il Pd del regolamento. Di Sel e dei Riformisti si sono, infatti, perdute le tracce da giorni; alla ricerca come sono di iscritti o esterni disposti a farsi stritolare alle primarie da quello che si annuncia come un vero e proprio redde rationem . E molti, in quei partiti, sono disposti a fare battaglia per Ceccuzzi o Valentini senza curarsi del “proprio” candidato. Che, infatti, ad oggi non sembra esserci in entrambi i casi. Solo nella serata di oggi Sel ha convocato una conferenza stampa per domani alle 12 per presentare il proprio candidato alle primarie. I Riformisti, invece, si concentrano sulla data delle primarie chiedendone di postciparle alla luce anche dello slittamento delle elezioni amministrative da febbraio, come inizialmente ipotizzato, a aprile-maggio.

Comitati "Bersani al centro" ricorrono ai Garanti  A tuonare contro il regolamento per le primarie i comitati “Domani Italia con Bersani al centro” di Siena che nei giorni scorsi avevano già scritto una lettera al segretario nazionale, annunciando la presentazione di un ricorso urgente ai Garanti del Pd. «Il regolamento delle primarie del centrosinistra per il sindaco di Siena – scrivono – è un pasticcio che viola palesemente lo Statuto Pd nell'articolo che disciplina la casistica dei soggetti non ammissibili come elettorato attivo e passivo alla consultazione. Il presente ricorso alla Commissione di Garanzia richiede la dichiarazione di patente illegittimità dell'articolo in questione e il conseguente annullamento».

Ex Ds e ex Margherita critici con il regolamento Ma i posizionamenti sono in corso anche per le tante anime del Pd, incerte tra la continuità garantita da Ceccuzzi e la novità proposta da Valentini. Dopo le prese di posizione dei giorni scorsi del gruppo ex Margherita che fa riferimento ad Alberto Monaci e di Pierpaolo Fiorenzani, è da registrare oggi, sulle colonne de La Nazione, quella di Paolo Mazzini (ex Ds), da giorni dato come papabile per le primarie, che prende le distanze da quel metodo che si basa, dice, «sulla conta degli apparati e che invece meriterebbe una approfondita discussione». Così come ripropone il modello di «amico-nemico che per vent'anni ha inquinato e distorto la vita civile e il senso di civica fratellanza che aveva questa città e di cui ha ancora più bisogno oggi». Insomma, una forte presa di distanza per un segretario di un circolo Pd importante come quello della Lizza dalla politica di Ceccuzzi. Il quale, noncurante di quel che gli accade intorno, continua per la sua strada convinto di avere in mano la vittoria e per stasera ha convocato un incontro pubblico sul presente e il futuro di Banca Monte dei Paschi. Il tempo dirà se farà la fine di Achab e avrà portato il "suo" partito verso il naufragio certo. Anche perchè la canduidatura di Eugenio Neri ha sparigliato le carte in città. Se qualcuno non se ne fosse accorto.