Doveva essere la deadline per le candidature alle primarie per la scelta del candidato a sindaco di Siena. Rischia di diventare il giorno della fine delle primarie e la fine stessa della coalizione di centrosinistra. E scusate se è poco.

I garanti garantiscono per Ceccuzzi Alle ore 13 di oggi, infatti, scadeva il termine ultimo fissato per la presentazione delle candidature (dopo la proroga di dodici giorni concessa lo scorso 21 dicembre) «ma – si legge in una nota del Pd – non è pervenuta alla commissione comunale di garanzia alcuna ulteriore candidatura». Stando così le cose, finisce il laconico comunicato «risulta che l’unica candidatura del Pd di Siena alle elezioni primarie è quella di Franco Ceccuzzi, il quale aveva già depositato, secondo le regole ed i tempi stabiliti, entro il termine originario del 19 dicembre scorso, 65 firme sui 126 componenti dell’assemblea e 443 firme sui 2062 degli iscritti al Pd aventi diritto».

A sorpresa si sfilano socialisti e Sel chiede tempo Tutto risolto dunque? Niente affatto. Perché nelle stesse ore in cui i garanti (a proposito chi c’era nella commissione, visto che i socialisti si sono chiamati fuori?) prendevano atto dell’unica candidatura del Pd, e dopo che ieri i socialisti hanno deciso di sfilarsi e presentarsi direttamente agli elettori con il proprio simbolo  (leggi), anche la seconda gamba del centrosinistra, Sinistra Ecologia Libertà, ha chiesto tempo e di rivedere regole e candidature.

«Non possiamo stare chiusi in un fortino» «Fermiamoci un attimo e recuperiamo lucidità. Fermiamo questa escalation autolesionista che sta polverizzando il centrosinistra in cui ciascuno si muove tatticamente concentrato sul proprio destino. Le primarie devono servire per trovare il candidato migliore di una coalizione, quello che rappresenta la fetta più ampia di popolazione anche oltre il recinto dei partito. L'obiettivo secondario delle primarie è quello di unire forze politiche con obiettivi analoghi e ricette diverse per raggiungerli. Se noi ci chiudiamo in un fortino senza ascoltare le richieste che provengono da dentro e da fuori i partiti, facciamo delle primarie zoppe, inutili». Così Pasquale D’Onofrio , l’altro candidato in lizza.

Ceccuzzi attacca a testa bassa lo sfidante Valentini Un bel guaio per il l’Unione comunale del Pd guidato da Giulio Carli e per il candidato Franco Ceccuzzi, il quale questa mattina sul suo profilo Facebook ha mostrato evidenti segni di nervosismo attaccando a testa bassa il suo sfidante diretto Bruno Valentini e insinuando che lo stesso voglia in realtà presentarsi fuori dal partito. «Oggi ho l'impressione – scrive Ceccuzzi – che, guardando a quello che sta succedendo, Bruno fin dall'inizio, nonostante le sue dichiarazioni, puntasse solo a un obiettivo: fingere di voler partecipare alle primarie, per poi dire che 'qualcuno' non gli permetteva di farlo e infine presentarsi con una lista civica. Il fatto che continuerà a raccogliere le firme, a tempo scaduto, lo dimostra».

Sel non vuole fare la foglia di fico «Fermiamoci e ricominciamo», dice dunque D’Onofrio che non ci sta a fare la foglia di fico per un regolamento di conti interno a Pd, e soprattutto per legittimare la candidatura dello stesso Ceccuzzi. «Noi di Sel siamo sempre stati a favore di questo strumento ma non possiamo legittimare oggi che queste vengano usate per un regolamento di conti». «Noi abbiamo un nostro candidato e siamo disponibili a fare un passo indietro in nome della democrazia e della partecipazione. Fermiamoci e ricominciamo ripartendo dalla volontà popolare».

Insomma, ormai a volere le primarie con queste regole che tendevano ad escludere i candidati piuttosto che agevolarli sono rimasti solo pochi fedelissimi. Rimasti ormai soli a gridare contro tutti gli altri. Che ad un ad uno si stanno sfilando.