Sembrava quasi fatta per chiudere con le primarie aperte dei candidati del centrosinistra. Invece i giochi si sono riaperti e le porte richiuse. Chiaro no? Mica tanto.

Le firme "ottriate" di Ceccuzzi e non accettate Dunque, Franco Ceccuzzi ha assicurato che avrebbe concesso le “sue” firme per permettere a Bruno Valentini di candidarsi (la versione senese del “non sono d’accordo con le tue idee ma…” eccetera eccetera) e stamani ha avuto l’ok dall’assemblea dei suoi sostenitori; però Fulvio Mancuso, coordinatore del comitato per Valentini, sempre stamani, anziché ringraziare e accettare il “pacco”, rilancia e chiede di sedersi al tavolo della coalizione di centrosinistra “per discutere in modo definitivo, ragionevole, e con l’accordo di tutte le forze politiche interessate (PD, Sel e P.S.I. – Riformisti) di regole e tempi delle primarie”. Mancuso ricorda infatti che non sono le firme “ottriate” di Ceccuzzi a legittimare la corsa di Valentini ma le 1500 firme di senesi raccolte in meno di una settimana.

Mugnaioli si scatena Apriti cielo. Si scatena allora Alessandro Mugnaioli, presidente del comitato per Ceccuzzi, che attacca perché “anziché apprezzare lo spirito unitario dell’apertura di Ceccuzzi si continua “a perseguire l’obiettivo dello scontro e della divisione, solo per delegittimare le primarie ed il centrosinistra”.

Valentini: "basta giochini" A quel punto tocca a Bruno Valentini intervenire e ricordare come il suo obiettivo è teso a “recuperare voti al Pd ed al centrosinistra” e che quanto sta accadendo in queste ore è “un percorso anomalo, tendente ad accreditare la tesi che la nostra partecipazione alle Primarie non è un diritto sostanziale bensì una “generosa” concessione”. Insomma, Valentini teme il “dono dei Greci” e dice di non accettare nessun tipo di inciucio. “Non facciamo giochini – conclude Valentini – per cui c’è chi rompe e chi ricuce, chi blandisce e chi denigra. Noi vogliamo contribuire con le nostre proposte alla possibile rinascita della città di Siena e pensiamo di avere guadagnato tutto il diritto a correre. Si riunisca tutta la coalizione, approviamo le 4 candidature e lasciamo decidere i cittadini chi ha ragione, se no non la finiamo più”.

Carli, finiamo la pantomima A questo punto si alza la voce del segretario dell’Unione comunale, Giulio Carli che tuona contro quella che chiama una pantomima: "ancora una volta un'occasione mancata per chiudere una vicenda che, francamente, rasenta il ridicolo”, dice.

Tutto questo è accaduto nel primo sabato del 2013. E tutto a colpi di post su Facebook. È la politica d’oggi. Ma allora, i Circoli di partito e le tessere agli iscritti a cosa servono ancora? E perchè Carli, in tutti questi mesi non ha mai pensato di coinvolgere attivamente i circoli della città ma si è limitato a tentare di eteroguidare il partito a suon di comunicati sempre stando dalla parte di Ceccuzzi? Val la pena ricordare che nel 2010, all'epoca il segretario dell'Unione comunale era Mugnaioli, la candidatura di Ceccuzzi avvenne all'interno del partito (senza passare dalle primarie e impedendo qualsiasi tentativo di dissenso, come fu il caso di Paolo Mazzini che aveva scritto una lettera aperta agli iscritti che non venne mai letta) mentre questa volta si è preferito passare dall'esterno, anche per evitare il fastidio di un confronto con la base degli iscritti e tentare di far passare Ceccuzzi come espressione più vasta della società, salvo poi ripiegare sulla raccolta firme tra gli iscritti e l'Assemblea comunale. Davvero Carli non ha nulla da rimproverarsi di questa pantomima in cui ha finito per cacciare tutto il partito democratico a Siena? Forse qualcuno a Firenze e a Roma comincia a domandarselo.