Siena, da un pezzo è in Quaresima. Vive cioè una sorta di penitenza collettiva per via delle ben note vicende. E non sono sufficienti, a quanto pare, Pasque o Resurrezioni per farla volare a nuova vita. L’ultima quaresima cui è sottoposta è quella che le impone la Questura. In nome della sicurezza e della prevenzione.

Da metà febbraio, infatti, il Questore, Maurizio Piccolotti, ha “voluto e pianificato” l’attività del così chiamato “pattuglione”, una massiccia presenza di forze dell’ordine schierate nelle strade cittadine, con lo scopo, si immagina, di prevenire il crimine della città, in particolare con un posto di blocco invasivo e fastidioso sulla Tangenziale, che provoca ritardi di decine di minuti ai malcapitati automobilisti che da nord transitano in direzione Siena ovest, sud e oltre.

Nell’ambito di questo servizio, solerti comunicati ufficiali informano la popolazione che vengono identificate poche decine di persone (identificate in che senso? Erano ricercate e sono state trovate oppure semplicemente sono stati annotati i loro nominativi?) e sono stati controllati alcuni veicoli, anche nei bagagliai. Con quali risultati, non sempre è chiaro.

Veniamo ai nudi fatti.

Sabato 13 febbraio, si legge nelle cronache ufficiali, i poliziotti sono corsi nel luogo di un incidente stradale dove hanno verificato che il conducente del mezzo che lo aveva provocato era ubriaco. Denuncia e patente ritirata e sequestro del mezzo. Inoltre, hanno rilevato quattro infrazioni al codice della strada e ritirati due documenti. Giusto. Ma nel frattempo qualche centinaio di cittadini in transito sulla Siena-Firenze aveva perso decine di minuti in coda per questo posto di blocco nel quale erano impiegate anche unità cinofile antidroga e antiesplosivo. Oltre ad un elicottero che dall’alto rilevava le targhe delle autovetture.

Sabato 20 febbraio, invece, sono state identificate «circa 80 persone (circa?) e fatte verifiche su oltre 43 veicoli» (dunque 44 o anche di più?) e riscontrate «tre violazioni al codice della strada che hanno comportato l’emissione dei relativi verbali nei confronti dei conducenti, per una mancata revisione di un’autovettura, per un’assenza di carta di circolazione al seguito di un autoarticolato, e per una patente di guida scaduta, con conseguente ritiro del documento stesso». Non contenti gli agenti hanno controllato bagaglio e carico di alcuni mezzi pesanti, «di quei veicoli i cui conducenti hanno destato maggiori sospetti per i poliziotti». Ma a quanto pare, nonostante i sospetti, non sarebbe stata riscontrata alcuna effrazione. Nel frattempo, qualche centinaio di persone in macchina ha perso decine di minuti in attesa di poter passare davanti all’area di sosta sulla tangenziale.

Sabato 12 marzo sono state identificate 49 persone, 7 delle quali extracomunitarie (forse gli extracomunitari non possono più circolare sul territorio senese e dunque è importante segnalarli?) e controllati 27 veicoli, bagagli compresi. Riscontrate ben cinque infrazioni al codice della strada ed elevati altrettanti verbali.

In quella giornata, tra le centinaia di persone in macchina sulla tangenziale che hanno perso decine di minuti in attesa di passare davanti al “pattuglione”, c’era una simpatica macchinata di arzille signore che, dopo tanto sbuffare, si sono spazientite. In particolare la signora alla guida ha avuto un alterco con gli agenti per via del cellulare. Lei sosteneva di averlo portato all’orecchio dopo che si era fermata, loro di averla vista parlare mentre era alla guida. Inevitabili le proteste di questa signora, classe 1936, che ha prima protestato e poi è scesa dall’auto, infuriata.

A questo punto le cronache ufficiali soprassiedono sul momento di terrore che è corso agli agenti nel vedersi arrivare addosso l’energica vecchina. «La signora – si legge -, che si era un po’ agitata, è stata calmata dai poliziotti e dal funzionario che, un po’ a fatica, ha cercato di farle capire che per la sua sicurezza avrebbe dovuto restare all’interno dell’abitacolo». Per la sua sicurezza? Ma perché le avevano forse puntato il mitra di ordinanza contro pensando ad una aggressione?

Nuovo pattuiglione martedì 22 marzo con l’identificazione di 35 persone e verifiche su 22 veicoli di tutte le tipologie. Niente dicono le cronache su fatti e misfatti degli automobilisti, segno che non ce ne sono stati. Nel frattempo, qualche centinaio di automobilisti eccetera eccetera.

L’ultimo in ordine di tempo oggi pomeriggio, venerdì 1 aprile. Anche oggi qualche centinaio di senesi ha atteso pazientemente il suo turno in coda sulla tangenziale di passare davanti al pattuglione. E noi, altrettanto pazientemente attendiamo il comunicato ufficiale con il rosario di effrazioni riscontrate dal pattuglione. Augurandoci che l’energica signora, con la macchinata di arzille amiche, sia nuovamente passata di là.

A questo punto una domanda. Da quando Siena è soggetta ad uno stato di polizia modello Vespri Siciliani? Perché questo accanirsi sulla città? Si pensa forse di acciuffare così i ladri che hanno derubato Siena del suo futuro? Da qualche tempo poi non c’è occasione di cronaca nella quale non venga citata Siena, quasi fosse il simbolo del male e del crimine supremo.

Domenica scorsa, giorno di Pasqua, La Stampa, forse per rimarcare che a Siena non è ancora tempo di Pasqua né di Resurrezione a nuova vita, ha citato la città un tempo del buon governo a proposito di una inchiesta dal titolo “Un fiume di cocaina“. Il pezzo, a firma Andrea Malaguti, inizia così: «Il fiume di cocaina che segna il perimetro dell’omicidio di Luca Varani, della violenza fredda e paranoide di Marco Prato e Manuel Foffo costituendone il presupposto, alimenta le voglie e le ossessioni quotidiane di tre milioni di italiani e ne scatena l’aggressività nelle strade e nelle case, esondando dai suoi argini da Milano a Roma, da Bologna a Siena, da Napoli a Palermo». Siena? Possibile che di tutte le città italiane che potevano venire in mente al giornalista sia venuta proprio Siena?

È proprio vero. La Quaresima deve ancora finire. Ma le forze dell’ordine, per favore, non facciano perdere tempo ai poveri automobilisti. Oppure si crede di arrestare il crimine con le code provocate in tangenziale. Così si fanno solo spazientire le arzille signore, e si fa perdere tempo a tutti gli altri.

Ah, s’io fosse fuoco