simonececcherini450vIl 29 luglio Sinistra Ecologia e Libertà della provincia di Siena ha rotto con le politiche nazionali votando all’unanimità un documento e «lanciando un nuovo percorso  un’associazione libera, che si pone come unico obiettivo il rafforzamento, lo sviluppo ed una nuova prospettiva del centrosinistra locale e nazionale». L’assemblea provinciale senese ha quindi lanciato la costituzione di “Oltre”, «un’associazione libera, che non è una mozione e neppure una corrente, ma uno spazio di riflessione e approfondimento in cui ciascuno può essere tesserato al partito che vuole, che riconosce nel Partito Democratico il soggetto più rappresentativo di questo campo, e dove ciascuno sarà legato solo all’idea che il centrosinistra è il campo dell’azione politica, alla ricerca del futuro per la sinistra italiana ed europea, alla volontà di innovare la società a partire da noi stessi». Il coordinatore provinciale Simone Ceccherini ha presentato le sue dimissioni da Sel ma restando punto di riferimento per la nenonata associazione Oltre.

Come è maturata questa scelta?

«Le scelte non sono mai facili sopratutto quando sono subìte. La svolta per me è stata fatta al congresso di Rimini del gennaio 2014. Siamo entrati in fase congressuale con un documento dove si diceva chiaramente che la nostra collocazione politica era all’interno del Partito Socialista Europeo nell’ottica di ricostruire il centro-sinistra e siamo usciti dal congresso con un documento che diceva sostanzialmente: non entriamo nel PSE, non ci presentiamo alle elezioni Europee con il nostro simbolo, e appoggiamo la Lista “L’altra Europa per Tsipras”. Cinque dei sei delegati della federazione di Siena votarono contro a quel documento. Come vedi siamo rimasti coerenti. Abbiamo contribuito a costruire una coalizione di centro-sinistra assumendo il governo come elemento di cambiamento all’interno di una competizione virtuosa con il Partito Democratico e vogliamo continuare a farlo».

Come si inserisce Oltre, e con quale ruolo, all’interno del centrosinistra senese e nei rapporti con il Pd?

«Oltre continua la strada intrapresa dentro Sel. Non siamo una corrente organizzata o l’ennesima forma di pressione politica. Ho più volte ribadito durante la campagna elettorale delle amministrative che la nostra provincia avrebbe dovuto affrontare dei bisogni nuovi e delle sfide complesse che mai si erano verificate, come allora il nostro rapporto con il PD sarà teso a rappresentare le istanze di chi è stato duramente colpito da un crisi economica senza precedenti».

Quanto è forte l’esigenza di rinnovare la politica locale che, a Siena specialmente, è in forte crisi di credibilita?

«L’esigenza del cambiamento non è rinviabile, ma dobbiamo dare sostanza a questa parola, altrimenti rischiamo di farla diventare una formula vuota. La prima condizione è quella di cambiare l’analisi e l’approccio ai problemi, è quindi necessario colpire tutte le posizioni di rendita e privilegio che si sono strutturate negli anni. Ripeto, queste condizioni sono necessarie e non rinviabili. Sempre a proposito di priorità non rinviabili ci sono i temi che riguardano: l’equità, la redistribuzione del reddito, la progressività fiscale e sopratutto un grande sforzo di analisi e azione nelle politiche del lavoro e dello sviluppo economico».

Come giudica l’ennesima fumata nera per la sostituzione di Antonella Mansi in Fondazione Mps?

«Con la Fondazione non rischiamo di annoiarci. A mio modesto parere ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e non penso che in questo caso le responsabilità siano solo politiche. E mi pare scontato dire che la soluzione deve essere trovata quanto prima. La Fondazione ha bisogno di una persona autorevole e capace che sappia gestire questa fase delicata portando avanti il lavoro di Antonella Mansi e dovrà avere la capacità di mettere insieme tutti gli stakeholders per tracciare il ruolo futuro nei confronti della banca, della città di Siena e di tutta la provincia».

All’orizzonte si scorge già una nuova sfida: a settembre si eleggerà il nuovo presidente della nuova Provincia. Come affronterete questo passo?

«Il centrosinistra deve presentarsi unito all’elezione della nuova provincia. Le forze del centrosinistra non possono permettersi di presentarsi frammentate in questa occasione. Occorre lavorare ad una proposta unitaria che sia all’altezza delle aspettative dei nostri cittadini, perchè pur ridimensionata la Provincia rimane un luogo fondamentale per le politiche di coordinamento territoriali».

Nell’ultima tornata elettorale la Siena di centrosinistra si è vista spaccata tra il centro e la provincia. Come giudica questo aspetto?

«Le ultime elezioni amministrative ci consegnano un dato inequivocabile. In provincia ha vinto chi ha governato bene e chi è riuscito a fare innovazione nella proposta e nella rappresentanza politica. Resta il fatto che la situazione della città non è paragonabile al resto della provincia. Una premessa doverosa: io non sono nato sulle “lastre” eppure come tanti altri ho avuto la fortuna di studiare, di crescere e di lavorare a Siena. Qui passo metà della mia giornata, Siena la conosco. Siena sconta una crisi senza precedenti tra scandali, inchieste, poteri carsici, delazioni e purtroppo anche lutti, non mi piace speculare sulla città e tutta la provincia deve molto a Siena. Per quello che ci riguarda continueremo a dare il nostro contributo nell’azione di cambiamento del Sindaco Valentini e delle forze che lo sostengono».