Bruno Valentini ama i lunedì. Era lunedì 17 dicembre quando a sorpresa annunciò la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. «Metto la mia persona e le mie idee a disposizione del Pd e del centrosinistra», scrisse allora sulla sua bacheca Facebook (leggi). Oggi torna a candidarsi, sempre di lunedì. Questa volta però si affida alla organizzazione che nel frattempo gli si è creata intorno. «Io sono pronto a partecipare alle primarie per scegliere il candidato a sindaco di Siena, da convocare prima possibile. Da uomo del Pd, con la mia storia politica ed amministrativa» (scarica).
Valentini, eterno candidato Sono passati quasi tre mesi, un'intera stagione invernale. Sembra un’eternità. Ma le parole di Valentini sono più o meno le stesse. Segno evidente che in queste settimane, sebbene la sua associazione si chiami «Siena cambia», non ha cambiato idea. Niente percorsi fuori da partito, nessun tentativo di scorciatoie ma la volontà di sfidare sul campo del centrosinistra gli avversari. Sia che si chiamino Ceccuzzi o D’Onofrio, come la volta scorsa, o che ancora non si conoscano, come adesso. Eh già, perché in queste prime settimane del 2013 l’unico ad essere sopravvissuto uguale a se stesso è proprio Valentini, eterno candidato, mentre tutti intorno scomparivano ad uno ad uno, compreso, duole dirlo, il Partito democratico cittadino e provinciale. Lui, invece, ogni giorno non mancava di fare sentire la sua voce, le sue riflessioni, affidandosi ora a Facebook ora ai giornali ora al confronto negli incontri tematici con la sua associazione.
La sfida di gennaio e il ritorno al via Prima furono le deroghe alle regole delle primarie che permisero al sindaco di Monteriggioni di essere in partita (leggi); ma poi le regole non ammisero deroghe alle firme raccolte nel periodo natalizio. E così iniziò un lungo duello a distanza con il segretario dell’Unione comunale del Pd, Giulio Carli, mentre il candidato “ufficiale” Franco Ceccuzzi arrivò a offrire le sue firme (leggi). Dono non accettato. In quel momento, infatti, Valentini aveva raccolto oltre 2.000 firme senesi e non volle dire grazie al suo avversario per il dono di una manciata di firme del direttivo comunale (leggi). Le cose si sa come andarono, volarono stracci nel Pd (leggi) e vennero celebrate primarie tra l’ex primo cittadino di Siena e Pasquale D’Onofrio di Sel. Era domenica 20 gennaio, giornata uggiosa per il tempo e foriera di brutto tempo per il futuro (leggi). Dopo 48 ore sarebbe scoppiata la tempesta Mps di cui ancora oggi, purtroppo, non se ne vede la fine. La vicenda dell’inchiesta di Salerno ha portato, poi, alla rinuncia alla candidatura di Ceccuzzi (leggi) e i concorrenti, come nel Monopoli, sono dovuti tornare tutti al via.
La parola agli iscritti e alle assemblee Ma da quel momento il Partito Democratico sembra spompato, svuotato, privo d’idee e, forse, di un autentico leader. Ha, quindi, annunciato assemblee nei circoli territoriali dell’Unione comunale. Tutto un altro percorso rispetto alla volta precedente quando agli iscritti non venne chiesto nulla perché “ufficialmente” Ceccuzzi si era candidato fuori dal Pd senza nessuna assemblea e nessun giudizio degli iscritti (e anche senza il rischio di critica dei democratici contro). Ad oggi, ma potremmo sbagliare, dovrebbero essersi già tenute assemblee nei circoli di Colonna San Marco, Sant’Agostino, Isola d’Arbia e Palazzo Diavoli. Mentre stasera sono previste ai Due Ponti, La Lizza, Logge del Papa e Taverne d’Arbia e nei prossimi giorni, sospese per il lutto, a Ravacciano, Petriccio e Valli. Chi vi ha partecipato ha raccontato di un vuoto generale di proposte e idee. Mentre si parla del tentativo di sostituire le assemblee con consultazioni con i componenti l'assemblea comunale per evitare incontri pubblici che potrebbero deflagrare in scontri. Ma comunque siamo di fronte ad uno scoramento generale del gruppo dirigente, che traspariva ben prima dei tragici fatti occorsi in città la settimana scorsa.
Valentini forza la mano Ufficialmente le assemblee sono convocate «per raccogliere le proposte di candidatura e confrontarsi sulle priorità programmatiche in vista delle prossime elezioni comunali». Una definizione troppo generica che avrebbe potuto nascondere chissà quali tentativi di imposizione di nomi, alcuni dei quali di area ceccuzziana circolano con insistenza da giorni. E così Valentini ha deciso di forzare la mano e rimettersi a disposizione. Di nuovo di lunedì. E pensare che Vasco (tanto amato e citato dal segretario nazionale Bersani) li odiava, i lunedì.