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«Il liquidatore sarà indirizzato alla non svalorizzazione dell’edificio, alla salvaguardia del personale e al sostegno dei progetti attualmente in corso». E’ quanto comunica la Cgil di Siena dopo l’incontro odierno tra Cgil di Siena, Rsu di Siena Biotech e il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich, il dg Enrico Granata e alcuni componenti della deputazione generale a seguito della comunicazione da parte dell’ente di Palazzo Sansedoni della procedura liquidatoria di Siena Biotech.

Richiesto un incontro alla Regione «Il confronto – spiega il segretario provinciale della Filctem Cgil Marco Goracci – si è soffermato ampiamente sul ruolo della Regione Toscana e delle risorse che avrebbe dovuto indirizzare in tempi certi verso il distretto delle scienze della vita» precisando poi che tali risorse «secondo quanto riferitoci dai vertici della Fondazione ad oggi non risultano presenti». Per questo motivo la Cgil sottolinea: «abbiamo chiesto al presidente Enrico Rossi e agli Assessori regionali alla sanità e alle attività produttive uno specifico incontro, per il quale stiamo attendendo ancora una convocazione».

La decisione della Fondazione Monte dei Paschi su Siena Biotech è «inaccettabile». E’ l’accusa della Filctem-Cgil di Novartis, che solidarizza con i colleghi il cui posto di lavoro è fortemente a rischio. «In seguito alla decisione presa dalla Fondazione Monte dei Paschi di procedere a un disimpegno economico nei confronti della controllata Siena Biotech – sostiene in una nota la Filctem-Cgil -, vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori di quell’azienda. Lavoratori che ancora una volta, per colpe non loro, si trovano a dover affrontare una situazione di grave incertezza per il futuro».

«Ricerca a rischio» Il problema si potrà riflettere su tutto il settore della ricerca scientifica, sostiene la Filctem-Cgil di Novartis: «E’ inaccettabile che si prendano queste decisioni senza un confronto preventivo con la rappresentanza sindacale dei lavoratori; ed è profondamente ingiusto che in momenti di difficoltà si colpisca sempre la parte più debole e cioè i lavoratori. La decisione presa dalla Fondazione ci preoccupa fortemente; oggi fare ricerca in questo territorio non è più un valore aggiunto, avere persone altamente qualificate, linfa vitale per la farmaceutica, a quanto pare non interessa più».

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