Camici bianchi in piazza. O meglio in Via Banchi di Sotto, di fronte alla sede della Fondazione Mps. Sono i lavoratori e i ricercatori di Siena Biotech, società accessoria dell’ente senese specializzata nella ricerca in campo medico e scientifico, che vede i suoi dipendenti in uno stato di cassa integrazione in deroga dall’aprile scorso.
Voci dal sindacato «Vogliamo difendere i nostri posti di lavoro e dare garanzie ai nostri familiari – dice il rappresentante delle Rsu di Siena Biotech Pasquale Fiengo -. Non chiediamo alla Fondazione più di quanto non sia in grado di elargire, chiediamo garanzie per mantenere le collaborazioni, fondamentali per la continuità aziendale». «Il confronto c’è ma manca ancora un piano industriale – aggiunge il segretario della Filctem Cgil di Siena Tomas Borromeo -. Anche le istituzioni e la politica devono fare la loro parte: Siena Biotech è nata tramite fondi della Fondazione Mps che sono fondi pubblici. Non si può pensare che quell’investimento vada perso».
Mancini tra i lavoratori Un confronto che si è materializzato anche durante la manifestazione dove lo stesso presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini ha incontrato i lavoratori di Siena Biotech. «Stiamo facendo di tutto perché vogliamo che questo progetto, che ci è costato oltre 140 milioni, vada avanti – ha detto il numero uno di Palazzo Sansedoni -. È una delle nostre priorità, non è un momento facile né per il Comune di Siena, né per la Provincia, né per la Banca Mps. Ma noi stiamo facendo di tutto. Non posso fornire risposte tecniche perché non sono il presidente di Siena Biotech ma della Fondazione che è l’azionista. Siena Biotech andrà ristrutturata – ha aggiunto Mancini – valorizzando i servizi e cercando modi e strutture per l’enorme valore che ha la società. Sono disponibile al confronto e a sedermi al tavolo – ha concluso il presidente della Fondazione Mps -, sia per tutelare i lavoratori che difendono il proprio posto di lavoro, sia per tutelare l’eccellenza della ricerca a Siena alla luce degli investimenti fatti dalla Fondazione. Saremo degli incoscienti a non tutelare il nostro importante investimento».