guggiari_1_1.jpg«C’è qualcosa di sbagliato, irrispettoso, persino perverso, in quello che la degenerazione politico istituzionale sta proponendo. Mentre a Siena si svolgeva una delle manifestazioni sindacali più partecipate degli ultimi anni qualcuno, al chiuso di una stanza calda e confortevole, decideva la “liquidazione” di Siena Biotech. E lo annunciava». Così il segretario della Cgil di Siena Claudio Guggiari interviene sulla decisione della Fondazione Mps di bloccare i contributi a Siena Biotech a partire dal 1 gennaio

Senza rispetto «Mentre in piazza, in una giornata fredda, tanti uomini, donne e giovani chiedevano rispetto, giustizia e futuro, alcune decine di famiglie apprendevano dai media che quelle richieste erano calpestate, oltraggiate, impossibili. Quale rispetto umano, quale confronto sociale?» Chiede Guggiari

Il fallimento in corso della classe dirigente «La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, questa sì, è ancora espressione del nostro territorio, ma al pari di una politica nazionale sorda e cinica non sente nessun bisogno di rispondere alle domande sociali di soggetti che hanno sempre dimostrato grande responsabilità. La situazione, lo sapevamo e lo sappiamo, è problematica, ma il metodo in questo caso fa il merito. E’ una vergogna che una persona debba apprendere dai media che ha perso definitivamente ogni speranza di lavoro. Questa classe dirigente sta miseramente fallendo!».

Filctem Cgil: «Epilogo inaccettabile» Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Goracci, segretario generale Filctem Cgil Siena che fa appello a Fondazione Mps e Regione Toscana: «Ora è ancora tempo per rimboccarsi le maniche – spiega in una nota – e fra tutti, a cominciare dalla Regione Toscana e dalla stessa Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che non può certo pensare di lavarsene le mani e congedarsi semplicemente con tanti saluti». «L’incredulità dei lavoratori riuniti in assemblea oggi – aggiunge –  su questo drammatico epilogo non ha certo soffocato la rabbia e la delusione per essersi sentiti raggirati dalle tante rassicurazioni che ultimamente erano state diffuse in merito al loro futuro occupazionale». In particolare Goracci ricorda come «il CdA di Siena Biotech, consapevole dell’impossibilità di poter far conto all’infinito solo sulle risorse dell’azionista, nella scorsa primavera aveva presentato un piano industriale che prevedeva una ristrutturazione dell’organico (ad oggi pienamente attuata) e una riorganizzazione della propria attività che avrebbe permesso nel giro di due anni scarsi la propria autosostenibilità. Piano di rilancio che pur con alcune riserve aveva trovato il benestare della stessa Fondazione e dell’allora suo presidente Antonella Mansi, tanto che nell’estate, in occasione dell’approvazione del bilancio economico consuntivo, venne deciso di dare ulteriore fiducia e continuità alla società. Ultima, in ordine cronologico, la tanto attesa disposizione da parte della Regione Toscana, deliberata – con indiscutibile colpevole ritardo – a fine novembre scorso, per destinare risorse -circa tre milioni- tramite l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e la Fondazione Toscana Life Science al distretto delle scienze della vita, all’interno del quale Siena Biotech è da annoverare a tutti gli effetti». Invece l’epilogo è «una sorta di eutanasia decisa a tavolino per un malato che non dandosi per vinto – conclude il segretario generale Filctem Cgil Siena – stava comunque lottando per rimettersi in piedi e camminare sulle proprie gambe».