Archiviate le elezioni europee, Siena domenica torna alle urne. Ma all’orizzonte non c’è nessun ballottaggio per eleggere il sindaco come invece avverrà in altri otto Comuni toscani. I senesi saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti nelle Consulte territoriali dei cittadini che hanno preso il posto delle disciolte Circoscrizioni. E la sfida elettorale non si presenta delle più entusiasmanti. Se è vero, infatti, che a fronteggiarsi saranno solo due liste, quella del Partito Democratico e quella di “Società Aperta” che raggruppa la lista che si era presentata alle elezioni del 2013 “Siena Futura” e riesuma il termine Riformisti, e fa riferimento all’ex vice sindaco Mauro Marzucchi, all’attuale assessore comunale Leonardo Tafani e a Davide Chiti (leggi le liste e i candidati). Tutti gli altri partiti e movimenti civici cittadini hanno deciso di non presentarsi, aprendo un vero e proprio dibattito sulla utilità o meno di queste Consulte.
Soppresse prima riabilitate poi Il dibattito favorevoli-contrari sulle consulte territoriali a Siena ha origini lontane. La legge finanziaria 2010, infatti, le soppresse nella forma delle Circoscrizioni di decentramento comunale tranne che per i Comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti. A Siena le circoscrizioni sono decadute nel mese di maggio 2011, in concomitanza delle elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale, ma furono “riabilitate” dalla Giunta dell’allora sindaco Franco Ceccuzzi che adottò un apposito regolamento in dodici punti nel febbraio 2012 portandolo in Consiglio comunale nell’aprile dello stesso anno. Pochi giorni dopo, per altre vicende, la stessa maggioranza sarebbe caduta e il Comune commissariato. Nonostante la bufera sul Comune di questi anni, le Consulte sono andate avanti anche con la Giunta di Bruno Valentini, fino ad arrivare al voto di domenica prossima, 8 giugno.
«Uno strumento ideato e strutturato, attraverso l’approvazione di un regolamento, dalla scorsa Amministrazione Comunale e portato avanti dall’attuale, che ha introdotto alcune novità come ad esempio il diritto di voto ai sedicenni – ha ribadito Ivano Da Frassini, presidente Commissione decentramento – Le finalità saranno diverse: dalla raccolta e discussione dei problemi presenti nelle diverse aree di competenza fino ad arrivare all’elaborazione di proposte di intervento per il miglioramento dei servizi comunali». «Le Consulte sono uno strumento prezioso per rendere i cittadini più partecipi e consapevoli delle scelte dell’amministrazione comunale. Per questo salutiamo positivamente la scelta del Comune di Siena ed il relativo impegno del nostro gruppo in Consiglio Comunale e del Pd cittadino per attivarle, a costi zero, e invitiamo alla partecipazione in occasione del voto di domenica prossima». Con queste parole Niccolò Guicciardini, segretario provinciale del Pd senese commenta le elezioni delle consulte in programma domenica 8 giugno. «Per il Partito democratico – afferma Guicciardini – è fondamentale attivare nuove occasioni e strumenti di informazione ed ascolto. Le Consulte vanno in questa direzione e potranno rappresentare un importante punto di riferimento nei rapporti tra la cittadinanza e l’attività dell’amministrazione».
Come funzionano Le cinque Consulte sono costituite da un minimo di 7 ad un massimo di 13 componenti e resteranno in carica per la durata del mandato elettorale del Consiglio comunale. Le consulte vengono elette a suffragio universale diretto ed hanno diritto di voto tutti i residenti nel territorio di riferimento, italiani e stranieri, che siano iscritti all’anagrafe della popolazione residente del Comune di Siena ed abbiano compiuto i 18 anni alla data di pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali per le Consulte Territoriali (leggi).
Consulte organismi «inutili» Compatto più che mai il fronte del no che abbraccia quasi tutto il Consiglio comunale, compresa una parte significativa della maggioranza. Ad esprimere parere negativo sulle Consulte sono stati infatti, i Socialisti Senesi che hanno definito le consulte «nuovi, inutili organismi». Secondo i Socialisti «ancorché poco costose e peraltro fornitrici di pareri non vincolanti, le Consulte territoriali rappresenteranno comunque un ennesimo appesantimento burocratico per l’amministrazione, senza favorire una reale partecipazione dei cittadini, ormai distanti da questi strumenti che paiono artificiosa espressione di pochi partiti, i quali probabilmente le considerano occasioni per regolare qualche conto interno ai propri apparati o ancor peggio delle inutili prove di forza». Sulla stessa lunghezza d’onda l’associazione politica Siena Cambia che sostiene da sempre il sindaco Bruno Valentini. «Pur nel rispetto di questi organismi Siena Cambia ha sempre sottolineato che in mancanza di precisi obblighi di ascolto e risposta da parte dell’Amministrazione comunale, le Consulte territoriali finiscono per avere funzioni troppo generiche e una struttura fin troppo ingessata e burocratica. Crediamo che il Comune di Siena possa invece utilizzare forme di coinvolgimento e di partecipazione ben più efficaci e dirette, anche con la condivisione di strumenti telematici e social, e che vanno ben oltre il semplice ascolto. Per questo Siena Cambia ha deciso di non presentare proprie liste alle elezioni». Contrari anche Pinassi M5S, Tucci (Cittadini di Siena) e Vigni (Sinistra per Siena) che hanno diffuso addirittura una nota congiunta. «La proposta della maggioranza di resuscitare le Circoscrizioni soppresse dalla legge, denominandole Consulte, appare lontanissima dal garantire una effettiva partecipazione dei cittadini alle decisioni del Comune. Chiediamo di soprassedere all’allestimento della inutilmente complessa e farraginosa “macchina burocratica” che, al costo di 10.000€ dei contribuenti (sia pure elargiti dalla Regione Toscana) si intende apparecchiare per eleggere i componenti di questi inutili organismi».
Elezioni ad alto rischio politico A questo punto il rischio vero non è tanto l’esito delle elezioni per le Consulte (con due sole liste c’è persino la prossibilità che quella perdente finisca per avere più consiglieri eletti della vincente), quanto le elezioni stesse come casus belli. Rischiano di scavare una frattura profonda all’interno della maggioranza che sostiene la giunta di Bruno Valentini. Da una parte il gruppo del Pd o parte di esso (quello per intendersi di matrice ceccuzziana) che vuole con forza questo passaggio insieme ai Riformisti che fanno i battitori liberi per far rientrare in maggioranza il consigliere comunale di “Siena Futura” Mauro Marzucchi (da mesi starebbero lavorando per “premiarlo” con qualche incarico fuori dal Consiglio Comunale, leggi), dall’altra tutti gli altri, compresa la lista “Siena Cambia”, che in Consiglio Comunale ha cinque consiglieri e che da subito ha detto no alle Consulte. Valentini per adesso sta in mezzo.