FIRENZE – Più occasioni di formazione per aumentare la sicurezza sul lavoro. Parliamo dell’acquacoltura per la quale la Giunta regionale, su proposta della vicepresidente Stefania Saccardi, dell’assessora alla formazione e al lavoro Alessandra Nardini e dell’assessore alla sanità Simone Bezzini, ha appena approvato un nuovo corso per addetto alle operazioni subacquee.

L’addetto alle operazioni subacquee in acquacultura” è un sommozzatore in grado di effettuare interventi in immersione con la tecnica in SCUBA (Self Contained Breathing Apparatus – Apparato di Respirazione Autonomo) in ambiente marino fino ad una profondità non superiore a 35 metri. Dovrà essere in grado di effettuare rilevazioni, interventi e operazioni in subacquea relative al campo dell’acquacultura e dell’allevamento in gabbia del prodotto ittico (pesca, cambio rete, manutenzione impianto e reti, controllo mortalità e altro ancora).

Con i suoi 25 impianti a terra l’acquacoltura regionale per produzione ittica ormai eguaglia quella proveniente dalla pesca ed è sempre più forte la richiesta di prodotto allevato. La produzione regionale annua di acquacoltura proveniente dagli impianti a terra è di circa 4.000 tonnellate ma, con lo sviluppo dell’off-shore, cioè della produzione in mare aperto, la quantità di pescato può considerarsi raddoppiata.

Avendo già avuto un consistente sviluppo e prospettive di crescita ulteriore, il settore regionale della maricoltura comporta adesso la necessità di essere accompagnato da misure idonee a garantire la presenza sul territorio di operatori in possesso di una specifica formazione professionale.

Da qui la necessità di un corso di formazione che risponda al fabbisogno rilevato da aziende di grandi e piccole dimensioni in questo settore che operano con vasche in mare.
“In primo luogo la sicurezza – sottolineano Saccardi, Nardini e Bezzini – La consistenza del settore regionale sia in termini di impianti e quindi di quantità di prodotto allevato sia in termini di numero di addetti è destinato ad aumentare in considerazione della forte richiesta da parte degli operatori di nuovi spazi a mare, vista la difficoltà di espansione a terra a causa dei numerosi vincoli di natura ambientale. Per questo riteniamo indispensabile la formazione di nuovi addetti per un compito che richiede però competenze particolari in grado di garantire che il lavoratore possa operare in sicurezza e con la dovuta preparazione”.

Il percorso formativo che ha una durata di 600 ore complessive, permette di raggiungere la qualifica attraverso una formazione tecnico operativa, da acquisire sul luogo dove si svolge la prestazione lavorativa, mediante affiancamento a personale di esperienza.
Per essere ammessi al corso è necessario il possesso del titolo di istruzione secondaria inferiore unitamente al brevetto subacqueo sportivo di secondo livello – AOW (Advance Open Water) o superiore rilasciato da strutture internazionalmente riconosciute oltre al certificato medico di idoneità psico-fisica e visita effettuata con medico iperbarico.