«Abbiamo deciso di fare questa conferenza stampa congiunta per dare un segnale ad alcune istituzioni. La scienza ha parlato chiaro circa i vaccini, noi vogliamo creare un fronte professionale compatto per dare una migliore comunicazione nei confronti delle persone su questo argomento. Vogliamo collaborare con le autorità non tanto per una campagna spot ma per sensibilizzare ogni componente coinvolta su questo fronte, per far si che si provveda ad una seria vaccinazione delle persone». Così il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Firenze, Antonio Panti, presentando con il presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Lauro Mengheri, le motivazioni del documento congiunto con la posizione favorevole dei due ordini professionali sulle vaccinazioni sui minori in Toscana.

«Necessario che la gente si vaccini» «Il significato di questo appuntamento odierno è quello di utilizzare quella parte della stampa che ci ha dato una mano fino ad ora, al contrario di ‘Report’, e della tv nazionale in generale, purtroppo, per rimarcare questa necessità, che la gente si vaccini – ha aggiunto Panti- Noi non stiamo raccontando storie. La meningite nonostante tutto continua a colpire, perché non siamo riusciti a vaccinare tutta la popolazione. La delibera regionale parlava di 1,5 milioni di vaccinazioni per essere tranquilli sulla copertura e finora abbiamo vaccinato 700 mila persone, la metà. Perché, è notizia di ieri l’altro che il più grande centro delle malattie infettive nel mondo, ad Atlanta ha messo in guardia i cittadini americani dal venire in Italia, perché è tornato il morbillo. Sono un medico anziano, vedere ricomparire il morbillo mi sembra una tragedia della società, perché è una malattia per cui si fa la vaccinazione e non si prende».

«Sotto il 95% di persone vaccinate, i virus ritornano»«L’appello è a cercare di superare questa situazione, di stallo, di incertezza politica.- ha chiarito Panti- Perché, mentre la Giunta regionale si è mossa molto bene col disegno di legge, il Consiglio regionale sta annaspando. Noi ci muoviamo insieme agli psicologi sono anche in grado di comunicare meglio di noi, è il loro mestiere. Ecco, uno psicologo servirebbe anche al Consiglio regionale per ragionare bene sulla questione dei vaccini, per sentire anche chi se ne intende oltre al primo che passa». Ma c’è una volontà dell’ordine degli psicologi della Toscana e dei medici chirurgici ed odontoiatri di Firenze. «Oltre a questo debbo dire che in realtà l’idea nostra, in Toscana, di dare apprezzamento e forza alla legge regionale è quello anche di smuovere il livello nazionale, perché onestamente questo è un problema del Parlamento.- ha evidenziato ancora il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri – Il ministro si sta muovendo molto bene, ma il Parlamento per ora non lo ha seguito. Ecco, l’appello che è suffragato dai fatti. Le malattie sono scomparse laddove siamo riusciti con una vaccinazione a coprire quella quantità di popolazione che serve a far smettere la circolazione del virus, perché quello è il problema. Per fare questo occorre raggiungere un certo livello di popolazione, stimato attorno al 95%. Quando si va di sotto il virus ricompare e ci sono purtroppo malattie nelle quali gli antibiotici non funzionano, vedi meningite. Ecco, perché insistiamo sulla vaccinazione perché nel momento in cui uno si ammala uno rischia con una percentuale piuttosto alta di morire».

Mengheri: «La campagna di comunicazione non si fa con interventi spot» Non sono mancati i contatti negli ultimi giorni fra Panti e Mengheri con l’assessore regionale alla sanità toscana, Stefania Saccardi ed il capogruppo regionale del Pd, Leonardo Marras. «Abbiamo dato la disponibilità a che sia inserito nella legge sulle vaccinazioni, una norma che porti a vaccinare anche i medici» ha sottolineato Panti. «È notizia di ieri a Livorno che è scoppiato un altro caso di meningite, con 300 persone sotto profilassi .-ha tenuto a specificare Mengheri – Dobbiamo uscire da una situazione di emergenza per farla diventare l’ordinarietà. Quando si arriva al 95% della popolazione vaccinata, probabilmente c’è allora una ottima copertura. La campagna di comunicazione non si fa con interventi spot, come sono stati fatti finora e dicendo “vacciniamoci, facendo un’uscita ogni tanto sui giornali. Ci si mette intorno a un tavolo e si programma una campagna di comunicazione adeguata. Questo non è stato assolutamente fatto. Questo va detto a chiare note. Non basta uscire ogni tanto con un pezzo sul giornale, o andando in televisione, ma ci si mette intorno a un tavolo, le istituzioni che si occupano di comunicazione, i medici, i politici regionali e si imposta una seria campagna comunicativa, altrimenti non ne usciamo. Altrimenti non ne usciamo». E sulle possibilità di un incontro fra le parti, per un tavolo con le istituzioni, Mengheri ha concluso: «Qualcosa abbiamo già detto. Oggi lo stiamo dicendo in maniera forte, decisa e, quindi, andremo a chiedere un tavolo di concertazione per una campagna di comunicazione. Poi, vediamo se i politici accetteranno o non accetteranno. A ciascuno il suo».