FIRENZE – Sono 230 le domande arrivate per accedere ai contributi messi a disposizione dalla seconda edizione del bando ‘Emergenza Cultura’, promosso da Fondazione CR Firenze per sostenere il comparto dello spettacolo dal vivo (teatro, danza, musica) e iniziative culturali (cinema, attività educative, arte e cultura).
Un numero altissimo – il 32% in più rispetto alle richieste arrivate nella precedente edizione del bando prendendo a riferimento solo le richieste provenienti dall’area Fiorentina – che ha spinto il Consiglio di amministrazione della Fondazione a stanziare ulteriori 125 mila euro per un totale di 875 mila euro che hanno permesso di sostenere ben 109 soggetti: 76 operano a Firenze e nella sua area metropolitana e 33 nei territori di Arezzo e Grosseto. Una misura straordinaria che rappresenta una boccata d’ossigeno fondamentale per il mantenimento in vita del tessuto culturale del territorio, entrato in crisi a causa dei prolungati periodi di chiusura e delle limitazioni dovute all’emergenza da Covid-19. Grazie a queste risorse sarà possibile sostenere i costi fissi di struttura e di gestione (affitti, utenze, manutenzione delle strutture, collaboratori continuativi non dipendenti, ecc.) nonché la realizzazione di spettacoli, attività educative ed eventi di partecipazione e fruizione culturale su tutto il territorio di riferimento.
“La nostra regione e Firenze in particolare – dichiara il Direttore Generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – confermano ancora una volta una significativa vivacità artistica e culturale perché in questo territorio è nata una molteplicità e una poliedricità di soggetti operanti del comparto dello spettacolo dal vivo e in attività artistiche, spesso di rilievo nazionale e internazionale. Si pensi che la Toscana è la seconda tra le regioni italiane per incidenza dell’occupazione culturale (dati IRPET) e la quinta per volume di spesa in servizi culturali, oltre ad essere tra le regioni a detenere il maggior numero di strutture relative al comparto artistico-culturale: 423 tra teatri, auditorium e sale d’orchestra, di cui quasi il 30% circa solo nell’area fiorentina”.
”Proprio Firenze – prosegue Gori – prima in Europa fra le città di medie dimensione per creatività culturale, secondo il Cultural and Creative Cities Monitor della Commissione Europea, è la terza provincia in Italia per incidenza delle imprese nel settore culturale e creativo, oltre ad accogliere ben 1.494 associazioni non profit con attività prevalente nel settore culturale artistico. Gli esiti del bando hanno confermato questa vivacità culturale: dal solo Comune di Firenze, infatti, provengono il 51% del totale delle richieste pervenute, che hanno ottenuto un contributo pari a € 431 mila euro. I nuovi scenari dovuti all’emergenza Covid richiederanno quanto prima una attenta riflessione su tutto il comparto, da avviare assieme alle tante Istituzioni pubbliche e private che se ne occupano, per valutare nuove tipologie di sostegno che tengano conto delle trasformazioni che l’emergenza sanitaria ha provocato a tutti i livelli della società”.
Nello specifico, dei 109 soggetti beneficiari dei contributi, il bando sostiene 78 soggetti professionisti operanti nell’ambito dello spettacolo dal vivo (teatro, danza, musica), i principali destinatari del bando a cui è stato destinato il 76% delle risorse, e 31 soggetti specializzati negli ambiti tematici ammissibili per la realizzazione di altre iniziative culturali (cinema, attività educative e partecipative legate alla cultura e alla valorizzazione del patrimonio e della storia locale). Sostenendo questi soggetti la Fondazione si è concentrata soprattutto nel supportare i costi del personale non dipendente (artisti, tecnici e collaboratori esterni ed occasionali, che non hanno potuto usufruire del sostegno della CIG) oltre a quelli extra che gli operatori del settore, in aggiunta ai mancati incassi, devono sostenere secondo quanto stabilito dalle normative vigenti in termini di percentuale ridotta di pubblico ammissibile e assetti organizzativi (sanificazione continuativa degli spazi, acquisto di dispositivi di protezione individuale, controllo costante degli artisti con test e tamponi molecolari Covid-19, riorganizzazione dei flussi di ingresso e uscita del pubblico, ecc).
‘’La nostra costante attenzione a questi ambiti – aggiunge Barbara Tosti, Responsabile del Settore Arte, Attività e Beni Culturali e Gestione Patrimonio Artistico – è testimoniata anche dai 6 milioni di euro già deliberati nel 2021 nell’ambito del segmento tematico Arte e Attività culturali che ha sostenuto l’attività di 185 soggetti, e di conseguenza la molteplicità di operatori, artisti e collaboratori della rispettiva filiera, sull’intero territorio di intervento prioritario della Fondazione. Ricordo infine che lo scorso maggio abbiamo presentato, assieme ad Intesa Sanpaolo, il ‘Patto per la cultura’ che, attraverso uno stanziamento complessivo di 1,32 milioni di euro, garantirà il sostegno a 21 soggetti, selezionati tra le eccellenze nel panorama culturale del territorio. Possiamo dunque affermare quando la nostra Fondazione sia sempre più determinante per il proseguimento, e in molti casi per la sopravvivenza, di tante realtà del territorio’’.
I danni al settore cultura
Il settore dello spettacolo dal vivo è fra i più danneggiati dalla crisi pandemica: solo nel 2020, su cinema e spettacolo dal vivo hanno pesato 165 giorni di chiusura totale e 133 di riapertura contingentata, a fronte di 67 giorni di funzionamento ordinario. Un bilancio drammatico che trova riscontro nei dati recentemente pubblicati dall’Osservatorio dello Spettacolo SIAE che mettono a confronto il primo semestre del 2019 e del 2020. Per la Toscana, quinta regione italiana per volume di spesa, le cifre negative sono le seguenti: -75mila eventi, -3,8 milioni di ingressi e -63 milioni di euro di spesa del pubblico. La spesa si è ridotta del 72%. Una crisi che in particolare a Firenze presenta i diversi scenari: accanto ad operatori di grandi dimensioni che grazie alla conferma del FUS hanno raggiunto un avanzo positivo di bilancio, sussistono numerose realtà, che, sebbene di qualità e con efficacia gestionale, non recependo contributi pubblici o di importo modesto, sono in grave difficoltà.