“Ci sono due parole che qualcuno non capisce più, o forse ha dimenticato, che mi sembra si adattino in maniera perfetta all’incontro di stasera: uguaglianza e libertà. Dobbiamo trovare il coraggio di ripartire da questi valori fondamentali, gli stessi che hanno animato i nostri padri quando hanno costruito luoghi di associazione come le Case del Popolo o hanno dato vita ai partiti popolari”. Con queste parole Enrico Rossi commenta il dibattito sui temi dell’integrazione sociale nel territorio chiantigiano, organizzato dal Comune di Greve dopo le recenti polemiche legate alla richiesta di un luogo di culto da parte della locale comunità musulmana. Una richiesta, ricorda il sindaco Alberto Bencistà, arrivata a margine di un incontro istituzionale con la comunità marocchina, avvenuto un anno fa. Marocchini, ma anche albanesi, kosovari, rumeni; qui la presenza straniera è molto forte e occupa un posto importante dell’economia chiantigiana, soprattutto in agricoltura ed edilizia. Lavorano sodo, pagano le tasse: a loro, conclude Bencistà, va riconosciuta pari dignità di uomini e lavoratori. Il presidente della Regione, dopo avere ascoltato le storie raccontate dai cittadini immigrati, ha dichiarato “una serata, bella, vera, commovente. Una prova vigorosa di democrazia. Noi siamo questo e questa è la vera Toscana di cui siamo orgogliosi e che ci trasmette fiducia nel futuro. Inutile negarlo: c’era un’attenzione particolare su Greve. Si può dire che la pro va è stata superata, che oggi abbiamo messo un mattone e che si comincia a delineare una strada. Stasera abbiamo capito che sono i circoli, con le loro specificità, ad avere un ruolo fondamentale nel processo di integrazione delle comunità straniere, come nel caso della Casa del Popolo di Greve, che ha risposto alla richiesta di un luogo di culto offrendo alla comunità musulmana una sala del circolo. Purtroppo non potrò andare in tutte le oltre 1.200 Case del Popolo della Toscana, ma vorrei dire che è qui, in serate come questa, che si fa la politica vera, non nei talk show televisivi”. Non è mancato un accenno ad un punto caldo dell’immigrazione in Toscana. “A me non convince quello che sta succedendo a Prato, dove vive una comunità straniera molto chiusa e dove vige un’illegalità diffusa. Credo si debba intervenire chiedendo il rispetto della legge, ma rimuovendo al tempo stesso le cause che portano a delinquere, attraverso un processo di integrazione nuovo, molto forte, che coinvolga i lavoratori del tessile, italiani e stranieri – ha dichiarato Rossi, che ha aggiunto – alla politica dico che deve essere più vigile nel seguire queste situazioni, facendo la massima attenzione a non creare comunità chiuse. Il confronto deve portare all’integrazione. Possiamo non avere paura del futuro se riusciamo a far leva sulla nostra capacità democratica”.
Firenze