acqua-rubinettoUn blocco unico toscano, forte dei 280 comuni presenti in Regione; poi, costruito il ‘monolite’ pubblico, lanciare una gara europea, in stile trasporto pubblico locale, per intercettare un partner che affianchi i municipi nella gestione del servizio idrico integrato della Toscana. Ne e’ convinto Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto e presidente dell’Ait, l’Autorità idrica toscana, che illustra all’agenzia di stampa Dire la sua idea.

«Fare rete tenendo conto la dignità di tutti e 280 Comuni» Alla vigilia del riassetto delle municipalizzate in regione nel settore dell’acqua il sindaco di Grosseto propone una ricetta che suona come uno stop alla capitale. In pratica si tratterà di passare dai sette gestori toscani (Acque; Acquedotto del Fiora; Asa; Gaia; Nuove Acque; Publiacqua e Geal), ad un unico soggetto «secondo la normativa vigente, che prevede che ci si attrezzi per arrivare ad un gestore unico sul servizio idrico integrato». Da qui la riflessione di Bonifazi che «stiamo portando avanti tra gli amministratori in Toscana»: fare sistema, «rete, tenendo conto della dignità di tutti e 280 Comuni, a prescindere delle dimensioni: qualunque tipo di cambiamento dovrà passare necessariamente attraverso i consigli comunali». Detto il metodo a trazione orizzontale, il merito della questione: «Prima di tutto, stare insieme significa creare un soggetto forte», perché la partita si gioca su scale di grandezza variabili ma decisive. A sud c’è il Lazio: se vista dal punto di vista numerico, le utenze connesse agli acquedotti, «solo Roma e’ grande come tutta la Toscana».

Obiettivo, creare un modello toscano Nella Capitale fa base Acea Spa, multiutility, tra le principali in Italia che è già dentro il capitale azionario di quattro gestori toscani: Publiacqua, Acque, Acquedotto del Fiora e la lucchese Geal. Quattro società, cinque comuni considerando che su Fiora confluiscono Siena e Grosseto. Acea il cui 51% è in mano al Comune di Roma: quota che vorrebbe abbassare al 30% in cambio della gestione della risorsa idrica in Toscana e in Umbria. Azioni nelle società toscane, per azioni delle toscane dentro Acea (con la maggioranza che rimarrebbe pubblica, con il colore del centro-sinistra). Un progetto che tuttavia non piace al sindaco e numero uno dell’Ait, Bonifazi:  «Acea ha un’idea: gestire il servizio idrico integrato di Lazio, Toscana e Umbria. La nostra ambizione, invece, è quella di un modello toscano. Non ci vogliamo confondere in piccole quote o partecipazioni, magari quel 21% di Acea che vuol vendere il Comune di Roma ripartito tra tutti i comuni toscani. Cosi’ ci disperdiamo».