Cinismo. Nell’ultimo turno di campionato, una dote ha favorito il Siena ma che è venuta meno, inesorabilmente, alla Fiorentina. Un bilancio in chiaroscuro per il calcio toscano nella ventisettesima giornata di Serie A, con l’aggancio dei bianconeri ai viola a quota 32 punti in classifica – a cavallo tra la quattordicesima e la quindicesima posizione – che vede la Fiorentina in vantaggio solo grazie al computo degli scontri diretti nel rendiconto complessivo di 8 vittorie, 8 pareggi ed 11 sconfitte per entrambe le squadre.
Cesena-Siena 0-2 La vittoria del Siena contro il Cesena fa fare un deciso passo in avanti alla squadra di Sannino nella lotta per non retrocedere. Anche perché affonda, a questo punto quasi definitivamente, una diretta concorrente come la compagine romagnola guidata dall’ex Beretta (squalificato contro la Robur). La vittoria del Siena arriva al termine di una partita non bellissima sul profilo tecnico e decisa dalle ‘zampate’ di Brienza e Bogdani (terza rete consecutiva per l’ariete albanese) che hanno permesso ai bianconeri toscani di imporsi, per la prima volta in stagione, lontano dall’Artemio Franchi Montepaschi Arena. Contro il Cesena c’è stato anche da soffrire e merita titoli da prima pagina la gran parata di Pegolo su Martinho che salva la causa del Siena contro un Cesena che forse non avrebbe meritato la sconfitta. I romagnoli pagano a caro prezzo le tante assenze (out Mutu, Iaquinta, Parolo, Guana, Comotto, Von Bergen e Pudil) e la grave ingenuità di Ceccarelli che stende Calaiò in area per il rigore fallito da Terzi ma ribadito in rete da Brienza in dubbia posizione di offside. Un episodio che ha permesso al Siena di giocare poi sul velluto a causa della conseguente espulsione del difensore romagnolo ma che procura anche la frattura del perone all’attaccante del Siena. Per Calaiò stagione finita. L’unica nota storta per mister Sannino è sicuramente questa, perché poi il tecnico bianconero si gode una squadra che vola adesso a +7 dalla zona retrocessione, complice la sconfitta del Lecce contro il Milan. Un margine di parziale tranquillità. Vietato però alzare le mani dal manubrio. Prima occorre fare altri punti, a partire dalle prossime due sfide con Novara e Chievo.
Catania-Firoentina 1-0 Se un rigore ha tolto il Siena dagli affanni, un penalty ha affossato una Fiorentina tutto sommato buona nella trasferta siciliana in casa del Catania. Troppe però le occasioni fallite dalla squadra di Delio Rossi che alla fine paga a caro prezzo l’insensato tackle in area di Gamberini su Bergessio che porta al penalty trasformato da Lodi. A parte questo, la Fiorentina andata in scena al Massimino è sembrata la lontana parente di quella squadra svogliata e avulsa vista per larghi tratti della stagione. Nonostante l’assenza di Jovetic, sono stati proprio i viola (a Catania ancora in maglia gialla) ad avere le occasioni più pericolose in avanti. Le occasioni migliori del primo tempo sono tutte della Fiorentina, con Carrizo che dice due volte di no nel giro di quindici secondi a Lazzari e Cerci. E dove non può arrivare l’estremo difensore etneo ci pensa Lodi a salvare sulla linea una conclusione di Amauri. Per l’italo-brasiliano, la via del gol resta ancora un tabù da sfatare. Chiama invece vendetta il ‘cucchiaio’ tentato da Cerci a tu per tu con Carrizo e neutralizzato facilmente dal portiere argentino. Detto questo, ribadiamo il messaggio principale: la Fiorentina non ha demeritato, anzi. Fino al gol è stata la squadra di Delio Rossi l’assoluta mattatrice del match. Certo, ancora una volta, dopo una rete subita, non si è registrata una grande reazione da parte dei viola. Anche se in questo caso si può parlare sia dei demeriti viola che dei meriti del Catania: la Fiorentina ha profuso un grande sforzo sul piano fisico nel primo ed è andata poi ad impattare contro la solidità della squadra di Montella, assoluta rivelazione del campionato e prima tra le provinciali in classifica a rimorchio delle big. Inutile lasciarsi prendere dallo sconforto per l’undicesimo ko stagionale. La Fiorentina vista nel primo tempo a Catania ha tutte le potenzialità per centrare la salvezza nel giro di poche giornate. È chiaro, non bisogna confrontare l’obiettivo stagionale di oggi con quelli che erano i proclami e le ambizioni di inizio torneo.