Oggi perdiamo tutti. Il calcio italiano è più povero e vedere una partita di campionato avrà un valore ed una partecipazione minore. Almeno secondo me. Il calcioscommesse lascia tanto avvilimento e un forte senso di ingiustizia. La mega inchiesta che doveva estirpare il “cancro” dello sport più amato in Italia si è trasformato in una farsa in cui chi paga, veramente e pesantemente, è chi è stato solo un protagonista indiretto di tutte le vicende. Si è scelto di colpire il bersaglio grosso, quello più in vista: Antonio Conte. Chi doveva veramente pagare se la caverà con una pena irrisoria: Carobbio. Non capisco il metro di giudizio, non capisco le motivazioni di queste sentenze, non capisco come mai chi ha commesso molti illeciti la fa sostanzialmente franca con 4 mesi di squalifica, mentre chi «non poteva non sapere» rischia di stare 10 mesi in tribuna e di perdere un anno di lavoro e di carriera. Una carriera, quella di Conte, che già risulta segnata profondamente dalla vicenda. Il processo del calcioscommesse è stato una farsa. Dopo le sentenze lo posso dire, anche perché difficilmente in appello cambierà qualcosa. E in quel caso saprebbe ancor più di buffonata. Al di là di chi paga per tutto questo mi sfugge il principio che ha spinto all’imposizione delle pene. Forse perché non c’è. Anche perché, leggendo le motivazioni, mi sembra che si è ascoltato solo una campana, quella dei ‘pentiti’, ritenendo quasi sempre irrilevanti le controprove della difesa. E poi, in Italia, andiamo pazzi per la giustizia sommaria e per quella sensazionalistica che serve solo a far notizia. Il processo sul calcioscommesse doveva essere un grande esempio. Per tutti. Perché doveva sradicare questa grave malattia del calcio italiano per renderlo più vero, più autentico e per riavvicinarlo agli sportivi. Almeno queste erano le mie aspettative, completamente deluse nella giornata di oggi. Lo sport, e il calcio in particolare, erano un grande sogno. Oggi provate a spiegare tutto questo ad un bambino che guarda con occhi sognanti un calciatore o uno sportivo di successo, o che entra per la prima volta in uno stadio o che si allaccia per la prima volta le scarpe con i tacchetti. Spiegate a lui come mai chi gli rovina quel sogno, chi lo trucca, lo combina, lo aggiusta per suo guadagno, non paga. O paga meno rispetto ad altri o a quanto dovrebbe. Spiegate come mai chi usurpa quel sogno viene eletto a strumento principale di giustizia. Trovate le parole per dirglielo. Io, onestamente, non le trovo.